Football Manager 2013 [recensione]

Era tantissimo tempo che non mi concedevo un po’ di tempo per giocare ad un gioco così impegnativo. Ricordo le settimane ed i mesi passati da adolescente con titoli del calibro di PC Calcio (dal 4.0 al 7.0 se non ricordo male) che ha però dovuto lasciare il passo alla più completa e complessa serie di Football Manager.

Sono sempre stato un amante dei giochi manageriali, da SIM City a SIM Isle, pensate che per un periodo ho giocato anche ad un gestionale di Zoo. I miei preferiti però sono sempre stati i manageriali calcistici che, nonostante non abbia seguito il calcio giocato per circa un decennio, hanno riempito il poco tempo libero che mi è rimasto, fra tutti mi diverto da anni con Sokker e Hattrick.

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Ultimamente (purtroppo) ho ripreso interesse nel calcio soprattutto perché sto lavorando su un nuovo progetto web (Pallonaro Matto), questo mi ha riportato indietro di tanti anni, ho ripreso anche a fare il fantacalcio e ho avuto la “pessima” idea di provare Football Manager 2013.

Dico pessima perché il gioco mi ha rapito subito, ho passato una settimana ed un paio di weekend totalmente immerso fra calciomercato, formazioni e turni infrasettimanali, tutto a scapito delle mie già poche ore di sonno. Fortunatamente dopo aver vinto tutto (compreso il mondiale per club) ho deciso che ne avevo avuto abbastanza e ho limitato “il gioco” ad un paio di ore la settimana.

Football Manager 2013 offre due modalità di gioco in stile carriera offline (classica e completa), una modalità “Sfida” per partite più o meno veloci e la modalità “Versus” per giocare online. Le modalità classica e completa consentono di scegliere una squadra fra i campionati (comprese le serie minori) di una cinquantina di nazioni di tutto il mondo. La differenza fra le due è la completezza della simulazione e la profondità di gioco, la modalità classica è infatti più semplice e consente un apprendimento più immediato e tempi di gioco più veloci. La modalità sfida è più breve e mette l’allenatore in situazioni difficili da risolvere in tempi di gioco relativamente minori, di solito mezza stagione (per esempio evitare la retrocessione ad una squadra ultima in classifica alla fine del girone d’andata).

Il database del gioco comprende oltre mezzo milione di giocatori, il problema è che, se non avete un supecomputer di ultima generazione, difficilmente potrete godervi partite con più di 15-20.000 atleti distribuiti al massimo in 3-4 nazioni differenti.

Di solito, quando approccio per la prima volta un manageriale calcistico, scelgo, per iniziare, una squadra appartenente all’ultima divisione disponibile, questa volta però, ho preferito partire con una squadra di Serie A, in modo da comprendere prima i meccanismi di gioco (è più semplice piazzare i giocatori in campo se ne conosci realmente le caratteristiche).

Ho scelto il Napoli, squadra di cui non mi ritengo tifoso, ma che apprezzo molto, oltre che per il gioco, anche perché è l’unica della mia regione a partecipare al massimo campionato. Una volta settate le impostazioni iniziali ci si troverà nell’estate 2012 alle prese con il precampionato ed i primi problemi che deve affrontare lo staff di una squadra.

Sono diversi i compiti dell’allenatore, il quale però può delegare quasi tutto allo staff, come la gestione della squadra riserve, della primavera e l’organizzione delle amichevoli. La rosa della prima squadra resta però sotto il totale controllo dell’utente.

L’economia fortunatamente è totalmente in mano alla “dirigenza“, questo alleggerisce il gioco e lo rende più fruibile, le uniche preoccupazioni dell’utente in questo campo sono la gestione del budget ingaggi e i fondi per i trasferimenti, fissati dalla società in base alla situazione del bilancio, agli obiettivi della squadra e ai risultati. È possibile naturalmente migliorare le finanze del club vendendo giocatori, raggiungendo risultati sportivi sempre migliori, aumentando quindi gli introiti grazie ai premi vittoria (nelle coppe) e invogliando più tifosi ad andare allo stadio.

Tornando al gioco, la stagione inizia con tutti i giocatori che sono realmente nella rosa della squadra, il gioco è infatti aggiornato all’ultimo calciomercato finito il 31 agosto 2012. Purtroppo inizialmente non sono riuscito a fare “colpi di mercato” per via dei pochi fondi a disposizione, ho perciò preferito puntare su qualche giovane promessa.

Anche il “mioNapoli inizia bene, riesco ad ottenere quasi subito la qualificazione ai sedicesimi di Europa League e ad andare avanti in Coppa Italia. In campionato riesco a tenere il passo ma la Juventus (squadra a mio avviso sopravvalutata nel gioco, oserei dire “overpowered” in gergo videoludico) prende quasi subito il largo, a differenza di quello che sta succedendo nel campionato reale.

Arriva presto la pausa invernale ma nel mercato di riparazione riesco a fare poco, prendo Consigli dell’Atalanta per circa 5 milioni come portiere titolare (che poi scopro essere un obiettivo di mercato reale per il Napoli) e Wilson, un giovane difensore scozzese, per poco più di un milione (il quale si dimostrerà un ottimo acquisto conquistandosi presto il posto da titolare), vendo di conseguenza Campagnaro e De Sanctis.

Cerco inutilmente un esterno sinistro che non riesco a prendere e quindi la squadra rimane più o meno la stessa. Il primo campionato si chiude con un dignitosissimo terzo posto ma arrivano inaspettate la vittoria dell’Europa League (in finale contro lo Shakhtar Donetsk, eliminato dalla Champions) e la vittoria della Coppa Italia (ancora una volta in finale contro la Juventus).

Il calciomercato estivo in attesa della seconda stagione va molto meglio, le vittorie comportano un miglioramento delle finanze, nonostante ciò azzecco due colpi di mercato a poco, riesco a prendere Destro a parametro zero e Cuadrado per meno di 2 milioni. Non riesco a mettere a posto la fascia sinistra ma in compenso riesco a rinforzare la difesa con Benatia dell’Udinese e col giovane Capuano del Pescara, con l’intenzione di farlo crescere (è possibile fare anche questo nel gioco) a fianco del capitano Cannavaro. Mi dedico molto alle giovanili, vendo Mesto e Vargas (il cileno alla Juve per 8 milioni).

Si vede subito che con la difesa più solida la squadra inizia a macinare vittorie e punti, prendo subito un certo vantaggio in campionato e riesco a gestire bene il turnover fra campionato e Champions, che fortunatamente mi riserva un girone facile (sono in prima fascia infatti grazie alla vittoria dell’Europa League, cosa che sembra non vogliano capire le squadre italiane).

Durante la pausa invernale lascio praticamente invariata la prima squadra, prendo solo qualche giovane di buone prospettive. Cavani, Hamsik e uno scatenato Insigne fanno il resto, vinco partita dopo partita, in campionato sono più di dieci i punti di vantaggio sulla seconda (Juventus) e raggiungo le semifinali sia in Champions (contro il Barcellona) che in Coppa Italia (contro la Juventus).

Tento il tutto per tutto contro il Barcellona ma perdo all’andata per 3-2 al Camp Nou, stesso destino (3-1) a Torino in Coppa Italia. Insperatamente al ritorno i ragazzi si svegliano, supero la Juve 2-0 in casa qualificandomi per la terza finale di Coppa Italia consecutiva (contro l’Atalanta) e riesco addirittura a fermare il Barcellona vincendo per 1-0 al San Paolo e conquistando la finale di Champions League, il destino vuole contro proprio il Chelsea, che ha eliminato il Napoli lo scorso anno.

Nel frattempo a causa dello sforzo nelle coppe in campionato perdo punti, la squadra era ancora prima ma con solo una manciata di punti di vantaggio. L’ultima giornata sono solo due punti sopra la Juve e mi aspetta una difficile trasferta contro la Roma. La partita fortunatamente va bene, la Juve pareggia e quindi vinco lo scudetto col Napoli all’ultima di campionato con 4 punti di vantaggio. Restano le due finali da giocare.

Come penso avrete intuito riesco a vincere agevolmente la finale contro l’Atalanta. Resta la finale di Champions per completare il “triplete“. Arriva il giorno della partita, il solito Cavani porta in vantaggio la squadra quasi subito e poi… è sofferenza fino alla fine, ma il risultato non cambia. Il Napoli vince la Champions League! (Magari è di buon auspicio).

Per arrivare alla vittoria la gestione di ogni particolare è importante, le conferenze stampa devono essere prese sul serio perché le dichiarazioni possono influenzare il morale dei giocatori. È necessario tenere conto dell’umore dei tifosi, della fiducia della dirigenza e non si deve sottovalutare lo spogliatoio. Il morale è fondamentale!

Lato tecnico il gioco non è proprio immediato, almeno per chi approccia per la prima volta un titolo della serie. Occorre un po’ di pazienza per prendere confidenza con i mille aspetti del gioco: dalle clausole dei contratti dei giocatori all’irrompenza dei procuratori, dal rapporto con lo staff, agli allenamenti, alle tattiche, al posizionamento dei difensori sui calci piazzati, agli ordini prepartita, ai consigli/ordini/ramanzine dell’allenatore in campo e nell’intervallo.

Ogni piccolo particolare influenza il risultato delle partite ma in complesso l’esperienza di gioco è entusiasmante per gli appassionati di calcio e soprattutto di manageriali calcistici. Consiglio il gioco a chiunque, lo sconsiglio a chi è sotto esame o è in un periodo di lavoro intenso.

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Tornando al “mio” Napoli ho iniziato la terza stagione, durante il calciomercato ho comprato Schelotto e venduto Maggio, qualcuno si è ritirato dal calcio giocato. Ho preso un mezzo sconosciuto come laterale sinistro in attesa del “colpaccio” e sto ringiovanendo il centrocampo, ho infatti preso Florenzi dalla Roma e sono in trattativa “estenuante” con la Sampdoria per Poli.

I risultati non sono gli stessi, sono uscito ai quarti contro l’Inter dalla Coppa Italia, sono secondo in campionato ma sono ancora in corsa in Champions (ottavi). In compenso ho vinto la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club. Alla fine però ho abbandonato la partita e ne ho iniziata un’altra con L’Aquila, una squadra di Serie C2.

Per acquistare il gioco:

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