Il Commercio Equo e Solidale

Commercio equo e solidale: come nasce

Il commercio equo e solidale è nato per rispondere la classico mercato capitalistico mondiale. Purtroppo il classico modo di commerciare, ha spesso tantissime contro indicazioni. I Paesi in via di sviluppo sono solitamente sfruttati, i lavoratori sotto pagati e le materie prime anche. In risposta a questo sfruttamento che porta solo a peggiorare le condizioni di vita delle popolazioni sfruttate ed ad aumentare il loro livello di povertà, nasce proprio il commercio equo e solidale.

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Il commercio equo e solidale nasce negli anni 50 grazie alla sviluppo di SOS Wereldhandler, una associazione olandese che insieme a una inglese, la OX-Fam, per prima punta i riflettori sui paesi più poveri, che hanno bisogno di un sistema commerciale che li consideri alla pari delle grandi potenze mondiali. In sintesi dicevano: basta allo sfruttamento. Con il trascorrere del tempo molte iniziative hanno preso piede in tutto il mondo per sviluppare il concetto di commercio equo e solidale. In Italia la prima nacque nel 1976 a Sondrio ed era la Cooperativa Sir John Ltd. Per primi in Italia, questa cooperativa avviò la vendita della juta proveniente dal Bangladesh, con tutti i prodotti relativi artigianali, senza sfruttamento né dei lavoratori né delle aziende locali.

Commercio equo e solidale: come funziona

In questa metodologia di commercio, si cerca di scavalcare completamente gli intermediari commerciali e di prendere accordi diretti con i produttori locali. I prezzi sono concordati sul valore dell’equità e quindi sono solitamente molto più alti di quelli che sono disposti a pagare le grandi aziende solitamente. Per gestire meglio questa cooperazione, vengono istituite delle vere e proprie Cooperative locali dove i lavoratori possono prendere parte attivamente sia alle decisioni commerciali, che a quelle salariali. Inoltre c’è molta cura anche per le condizioni dell’ambiente lavorativo, che vengono monitorate dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro.

Come funziona il commercio equo e solidale

Un aspetto fondamentale per il commercio equo e solidale è la mancanza di bambini lavoratori. Solitamente nei paesi in via di sviluppo, si sfruttano i bambini che vengono considerati una vera e propria forza lavoro. I bambini delle Cooperative che prendono parte al Commercio equo e Solidale, non solo non sono dei lavoratori, ma hanno anche la garanzia dell’istruzione, nel completo rispetto delle convenzioni internazionali. Per quanto riguarda i produttori, questi possono usufruire di finanziamenti fino al 550% del loro fabbisogno, per evitare che entrino in mano di usurai locali.

Il punto cruciale comunque, di questa commercializzazione sta tutto nella trasparenza verso i consumatori. I consumatori possono sapere tranquillamente tutte le fasi di lavorazione, nonché tutte la voci che hanno portato a stabilire quel determinato prezzo finale. Inoltre il cliente saprà a cosa sono destinati i soldi spesi per l’acquisto. Inoltre una campagna di sensibilizzazione permette di conoscere e diffondere tutte le notizie riguardanti il progetto Equo e solidale.

Ma il commercio equo non è solamente basato sul commercio vero e proprio, ma anche sul rispetto dell’ambiente. Il lato Green di questo tipo di commercio è tutto nella promozione delle produzioni biologiche e dei materiali riciclabili. Anche i processi produttivi vengono studiati in modo tale da ridurre al massimo l’impatto ambientale.

Commercio equo e solidale: i produttori

Come ormai avrete capito, la filiera in caso di commercio equo e solidale è decisamente corta. All’inizio ci sono ovviamente i produttori locali. I prodotti che interessano il commercio equo sono di diversa natura: dal cacao all’artigianato, passando per tessuti e oggetti per la casa. Tutte le associazioni di produttori hanno lo stesso obiettivo: rendere migliore la vita dei paesi in via di sviluppo. Ma chi sono questi produttori? Beh, non li possiamo certamente elencare tutti, ma possiamo sommariamente parlare di qualcuno in particolare.

i produttori del commercio equo e solidale

Gli Indigeni Zapotecos che vivono in una regione montuosa del sud del Mexico, ad esempio, si sono riuniti nel 1983 nella associazione delle comunità indigene del Mexico, Uciri. Inizialmente erano 500 le famiglie che vi partecipavano. Attualmente superano le 2.500. In particolare questa comunità esporta caffè biologico certificato e l’ingresso del commercio equo ha permesso loro di progredire economicamente in maniera esponenziale dal 1983 ad oggi.

Dalla Costa d’Avorio arriva DAA WO-RI, la cooperative che produce principalmente burro di Karitè ottenuto grazie al lavoro manuale delle donne locali che macinano a mano le noci. In questa comunità i bambini vanno a scuola e a disposizione di tutta l’associazione c’è un fondo per le emergenze.

La gomma invece viene approvvigionata grazie a 200 famiglie indigene della Regione Amazzonica, che non solo coltivano e raccolgono l’estratto di noce amazzonica per realizzare la gomma, ma lo fanno anche nel pieno rispetto dell’Eco sistema e dell’ ambiente.

In molti altri casi il commercio Equo e Solidale non solo serve per l’economia locale, ma anche per risollevare le sorti di determinate popolazioni dando loro una vera e propria speranza di vita. Come succede in Palestina, dove molto spesso le donne rimangono vedove molto giovani e devono pensare da sole a tirare su almeno 3 o 4 figli. Situazioni complicate che, attraverso il commercio equo e solidale possono migliorare decisamente. Degno di nota anche il servizio offerto ai Tibetani esulati in India, che, grazie al commercio equo, producono zainetti e borse che consentono agli esuli di sopravvivere in un paese straniero.

Fair Trade la Distribuzione

Commercio equo e solidale: la distribuzione

La distribuzione ha un ruolo fondamentale in tutta la filiera del commercio equo. La distribuzione viene garantita dalle Centrali di Importazione, organizzazioni che si occupano di commercializzare i prodotti equo e solidali, sia nei grandi centri di distribuzione che in quelli più piccoli. Le centrali di importazione, non solo devono trovare dei punti vendita per vendere i prodotti, ma anche sensibilizzare i governi nazionali verso il commercio equo e solidale. In Italia i maggiori protagonisti sono Altromercato, Fair Trade e Equomercato.

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Nelle città italiane più grandi ci sono dei veri e propri supermercati che trattano esclusivamente commercio equo e solidale, ma anche nei paesi più piccoli ormai questo tipo di vendita ha preso piede. Il più grande forse si trova a Roma, nel quartiere del Testaccio. Si chiama La città dell’altra economia ed è nato nel 2007. Vi possiamo trovare veramente di tutto: dall’abbigliamento alla alimentazione passando per il più stretto artigianato. E’ tutto esclusivamente equo e solidale. Inoltre dentro a questo innovativo supermercato troveremo un Bar e un ristornate che servono esclusivamente prodotti biologici ed equo solidali. Come il caffè al Guaranà Boliviano e le birre prodotte con malto d’orzo, frumento e riso provenienti da agricolture biologiche ed equo solidali. E ricordate alla base del commercio equo e solidale c’è una sola cosa. Più giustizia per tutti.

Cerchiamo di favorirla anche noi. Compriamo alimenti equo e solidali, ma anche abbigliamento, e perché no, artigianato locale come bomboniere per comunioni e matrimoni. E soprattutto regaliamo prodotti equo e solidali, così facendo contribuiremo alla sensibilizzazione di questa campagna importantissima.

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