La crisi: un’opportunità per migliorare e migliorarsi

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Foto: Thrive

C’è chi dà alla crisi la colpa per i propri fallimenti o (peggio) chi la usa come scusante per la propria apatia: “c’è crisi che lo cerco a fare un lavoro?
Poi ci sono quelli che non lasciano a nessuno le redini della propria vita, si assumono la responsabilità delle proprie azioni e non danno la colpa a fattori esterni per le circostanze negative ma, anzi, sono quelli che raggiungono con maggior probabilità i propri obiettivi dato che non si lasciano scoraggiare dalle prime difficoltà.

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È forse questione di approccio mentale alle cose. Dire, o semplicemente pensare, “è impossibile” probabilmente lo renderà tale. Ma cosa possiamo fare nel nostro piccolo per migliorarci e soprattutto per migliorare il mondo?

Mahatma Gandhi diceva: “sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo“.

Ma le nostre piccole azioni possono avere veramente un impatto così profondo a livello planetario?

Sicuramente si, l’evoluzione dell’umanità è avvenuta grazie alla presa di coscienza progressiva di pochi “eletti” che hanno influenzato il resto dell’umanità. Ma stiamo divagando. Cerchiamo di tornare a noi.

Quali azioni dovremmo fare per migliorarci?

Basta vivere consapevolmente.

Questo significa: utilizzare le risorse che ci sono concesse nel miglior modo possibile, cioè non sprecare l’acqua, per esempio, quando ci si lava i denti. Non comprare più cibo di quanto se ne consuma. Comprare il cibo giusto, quello con un minor impatto ambientale. Non farsi ingannare dal consumismo e dalla società dell’apparenza.

Può sembrare banale ma finanziare con i propri acquisti un’azienda piuttosto che un’altra, a lungo termine, può fare la differenza. Una grossa differenza. E ci sono veramente tante piccole cose che possiamo fare per trasformare le nostre vite.

Ma questo cosa centra con la crisi?

Questo è il punto cruciale. Stiamo vivendo un periodo di svolta nella storia dell’umanità. In questi anni si deciderà il futuro del pianeta perché attualmente viviamo al di sopra delle nostre possibilità. Consumiamo più di quanto il pianeta può darci e nonostante questo viviamo nella scarsità.

Come afferma Giulietto Chiesa nel suo saggio “Invece della Catastrofe” non si può avere crescita infinita in un sistema finito di risorse, ed è questa la menzogna più grossa che ci stanno raccontando: che ci sarà ancora crescita, che il PIL tornerà a crescere come negli anni 50-60-70 del secolo scorso. Che la crisi finirà!

Ma la crisi non può finire se le soluzioni vengono da coloro che l’hanno voluta. La crisi finirà solo quando tutti noi (o una parte abbastanza numerosa di noi) decideremo in tal senso. E le cose si stanno muovendo in sottofondo, perché di aziende pronte al “nuovo paradigma” ne stanno nascendo, ed inevitabilmente stanno già prosperando là dove altre, anche molto grosse, a stento riescono a stare a galla.

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Così come noi possiamo decidere quali sono le aziende che devono prosperare, allo stesso modo possiamo noi stessi creare un’azienda che rispetti questi canoni economici, ambientali, salutistici, etici, relazionali e sociali non scritti.

Innanzitutto dobbiamo valorizzare il nostro territorio, rispettare la terra e l’ambiente, riavvicinarci all’agricoltura, non rinunciare alla qualità in favore del profitto, rispettare ed offrire ai potenziali clienti un prodotto/servizio di valore uguale o superiore a quello monetario che loro ci danno in cambio, perché solo in questo modo potremmo costruire la nostra prosperità, che a quel punto coinciderà con la prosperità di questo pianeta e di tutti i suoi abitanti.

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