L’erede del re

Il nobile principe Merric cercò ancora una volta di placare l’ira della bella Isolda, tentando di convincerla a restare; provò ancora a spiegarle che il nonno aveva solo le migliori intenzioni, e che tutto ciò che faceva era volto al bene del popolo. Lei, per sola risposta, gli comunicò quello che pensava di suo nonno, del suo popolo e della particolare forma della sua testa, quindi salì sul razzo e in quattro e quattr’otto: puff, era sparita, partita, sfuggita via dal pianeta.

[ad name=”Google Adsense 336×280 ED”]

Merric, amareggiato, andò a sedersi da qualche parte del suo enorme castello; sospirando, non poté non pensare a quanto gli sarebbe mancata Isolda, così allegra ed elegante, bella come anche quelle che l’avevano preceduta. E manco a dirlo, mentre Merric rimuginava affranto sui suoi amori perduti e ricordava il sorriso abbagliante di Isolda, ecco che arrivò suo nonno nella sala.
Vedendo il nipote tanto abbacchiato, re Barric ne intuì subito la ragione – dopotutto, aveva visto dalla finestra il razzo abbandonare di corsa il pianeta e, non essendo uno stupido, aveva capito al volo cosa fosse successo – e si apprestò a rincuorare il nipote; questi chiese al nonno, ancora una volta, se fosse stato necessario mettere la povera Isolda così tanto alla prova. Per esempio, forse, gli scorpioni nascosti nel letto non erano stati eccessivi? Ma suo nonno fu irremovibile: gli ribadì che, se una donna voleva essere regina e madre di re, doveva possedere ogni dote necessaria, compreso sangue freddo e nessuna inclinazione al panico. Era stata la sua debolezza a condurla via!
Ogni volta, le stesse discussioni. E di fatto, si diceva Merric, suo nonno aveva ragione: un giorno avrebbe messo al mondo gli eredi del suo casato che avrebbero dovuto regnare su un intero pianeta! Non era roba da poco, e occorreva stare sicuri. Con la genetica e le eredità non si scherza di certo.
Isolda, a dirla tutta, aveva retto parecchio più delle altre: aveva superato la prova di matematica; era stata stoica nel test sul dolore; aveva memorizzato i nomi dei seicento laghi del pianeta; era persino riuscita a superare il percorso a laser letali. Alla fine, però, dopo la faccenda degli scorpioni, era scoppiata. Non per gli scorpioni in sé, ella aveva spiegato a Merric. Non per i quiz a sorpresa, non per i finti agguati, non per le continue minacce alla propria incolumità. E quando lui le aveva chiesto “Ma allora, perché?”, lei aveva solo lanciato uno strillo, era montata sul razzo e via.
[ad name=”Google Adsense 336×280 ED”]
Il nonno gli diede due pacche sulla spalla e lo consolò, dicendogli che con la prossima sarebbe andata meglio. Lui era il principe di un intero pianeta, accidenti, e avrebbe avuto molte occasioni. Merric annuì e andò a fare una passeggiata, riflettendo sulle ragioni del nonno. Anni prima, il pianeta era stato colpito da un’epidemia terribile, ed era ora dovere di Merric guidare i superstiti dell’intero mondo, di cui la sua famiglia era unica sovrana. Sì, si disse, era suo compito di scegliere una fidanzata adeguata all’incarico. Una che ne fosse all’altezza.
Senza dubbio, lo doveva al suo mondo, alla sua casata, a suo nonno e, soprattutto al suo pianeta.
Era in obbligo verso la popolazione intera, verso ogni essere umano che viveva sul pianeta.
Sì, si ripeté, avrebbe continuato ad aspettare la donna giusta per avere un erede, per rispetto a sé stesso e a suo nonno. A tutti e due gli ultimi abitanti del suo pianeta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.