L’incontenibile richiamo di scrivere su un blog (e qualche consiglio)

Writing Tools

Foto: Writing Tools

È più forte di me. Da quando ho praticamente smesso di scrivere su kyweek.com ho avuto questo permanente e forte richiamo verso lo scrivere ancora pubblicamente su un blog. Ho tentato di riprendere da dove avevo mollato, ma a volte è meglio lasciarsi una cosa alle spalle ed iniziarne una nuova; se non altro perché non si può sperare che le cose cambino se noi stessi prima non cambiamo approccio verso la vita.

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Quello che mi ha bloccato ormai più di un anno fa, e che mi ha spinto in breve tempo ad abbandonare un blog da circa 3000 visite al giorno (in realtà già in calo) è stata sicuramente la mia insofferenza verso il mondo della tecnologia che è il tempio del materialismo, nel quale non mi sono più ritrovato. Inevitabilmente il fatto di non riuscire più a scrivere (o semplicemente rileggere e pubblicare) dieci o quindici articoli al giorno su sciocchezze quali indiscrezioni sul prossimo modello di cellulare o sul prossimo aggiornamento del sistema operativo mi ha fatto propendere per disinteressarmi di quello che era un progetto abbastanza importante ed ambizioso di quel particolare peorido della mia vita.

Sono passati mesi prima di capire cosa realmente era importante e rilevante da condividere; altri ancora per riuscire ad incanalare ed organizzare questi “nuovi” concetti. Dopo alcuni tentativi, come un blog sul calcio (che sport meraviglioso, ma che mondo schifoso!), uno sul libro che ho sempre voluto completare (e che chissà magari finirò prima o poi) ed altri un po’ più “ideali” o “astratti” (che però non vi linkerò qui), ho forse finalmente deciso di cosa parlare o meglio scrivere.

Cultura, ma non quella degli pseudo-intellettuali di sinistra; arte, ma non quella dei salotti chic; musica, forse o magari, anche perché di “nuova” non è che ne è uscita molta; spiritualità, ma non quella strumentalizzata e sminuita dalla grandi religioni monoteiste; minimalismo, non come corrente artistica o di pensiero ma come stile di vita; cucina e gastronomia, ve l’ho già detto che sto imparando a cucinare; agricoltura, c’è scritto chiaramente sul mio profilo Twitter che da grande farò il contadino.

Ma adesso basta con queste chiacchiere su di me e concentriamoci su qualcosa di più interessante come alcune profonde motivazioni per cui “tutti” dovrebbero iniziare scrivere un blog:

  • Il primo motivo è piuttosto personale ed è la causa di questo interminabile preambolo, l’incontenibile esigenza di esprimersi, di rendere vivi i propri pensieri e comunicarli al mondo (anche se poi il mondo non li leggerà o peggio li riterrà stupidi o folli).
  • Diventare scrittori migliori. Come in ogni altra cosa l’esercizio migliora i risultati. Non è diverso con lo scrivere.
  • Diventare pensatori migliori. Il processo di scrittura sottintende la necessità pensare. Per scrivere qualcosa di decente inoltre bisogna pensare profondamente ed articolare i propri pensieri sulla carta. Sfortunatamente a questo punto molti di noi sceglieranno di non bloggare (scusate lo squallido neologismo) o di non scrivere del tutto perché magari sorge il dubbio di non avere niente da dire o peggio perché non si ha voglia di scartare ed iniziare ad utilizzare quello stupendo organo che volgarmente chiamiamo cervello.
  • Vivere una vita più consapevole. Quando si inizia a scrivere della vita, pensando fortemente ad essa, è inevitabile viverla più intenzionalmente, capendo passo dopo passo cosa stiamo diventando e se soprattutto ci piace. Solo questo punto potrebbe essere una ragione più che sufficiente per iniziare a scrivere, magari non pubblicamente se avete timore di quello che possano pensare gli altri.
  • Capire quali siano le cose importanti. Per pura necessita scegliere su cosa concentrare la propria attenzione, quando si ha intenzione di scrivere un articolo, richiede un filtro. Non è semplicemente possibile scrivere di ogni evento o pensiero. Questo processo di scelta aiuta a sviluppare una naturale abilità nell’accorgersi delle cose significative.
  • Sviluppare delle abitudini di vita più sane. Curare un blog richiede tempo, dedizione, impegno e disciplina. Tutte cose buone che possono aiutarci ad ottenere il massimo da noi stessi ogni giorno. Così potremmo decidere di alzarci presto la mattina, uscire a correre o in generale fare attività fisica (lo ammetto in questo sono molto carente, rimedierò), cucinarvi e mangiare più sano, o qualsiasi altra cosa ci piaccia fare o ci faccia sentire meglio.
  • Incontrare nuove persone. Contrariamente alle credenze popolari lavorare online permette di consocere parecchie persone. Che sia attraverso i commenti al blog, email o social network si rimarrà sorpresi di quanto velocemente si incontri gente interessante online. Si possono realmente creare relazioni, aiutarsi a vicenda e all’occasione conoscersi di persona.
  • Guadagnare. Anche se non c’è bisogno di puntare al guadagno quando si gestisce un blog, ma al contrario la ricerca ossessiva del “fare soldi” potrebbe “distrarre” dalla gioia di scrivere, è possibile racimolare qualcosina col proprio hobby. Ed è una cosa impagabile.
  • Ispirare gli altri. Parte di questo post (alla fine vi linkerò la fonte), e della maggior parte degli articoli che ho scritto e pubblicato online sono ispirati da un altro blog. Scrivere è quindi un modo per dare qualcosa agli altri ed è meraviglioso immaginare che qualcun altro potrebbe essere stato ispirato da un nostro pezzo. Online però vige la legge non scritta della condivisione citando la fonte. Chi non la rispetta è un parassita.
  • Completare e articolare il proprio atteggiamento mentale. Bloggare è un’attività di dare ed avere. Una delle maggiori differenze con l’editoria tradizionale è la possibilità di interagire con i propri lettori e ricevere da loro ispirazione. Quando si scrive un articolo lo si “offre” ai lettori che possono condividere i loro pensieri sul tema nella sezione commenti.
  • Farsi conoscere. Tenere un blog presenta noi stessi al mondo. Avere uno o mille lettori non ha importanza, quello che conta è aprire la propria vita all’esterno. È un ottimo esercizio di convivenza umana.
  • Diario personale online. Bloggare potrebbe servire a molti per tenere traccia di un viaggio personale. Ci allena ad essere attenti e a dare peso alla crescita personale che stiamo vivendo. Allena le nostre menti a tenere traccia della nostra vita e ad articolare i cambiamenti che stiamo vivendo. Il nostro blog diventa una testimonianza digitale della nostra vita salvata “in the cloud“. Di conseguenza, non potrà mai essere perso, rubato o distrutto in un incendio.
  • Dare consigli. Tutti noi amiamo consigliare agli amici qualcosa che abbiamo trovato piacevole o buono: che si tratti di un bel ristorante, un buon libro, una nuova idea. La pienezza della gioia non è vissuta fino a quando non la abbiamo condivisa con gli altri. Un blog consente di fare questo e molto altro.
  • La gioia di ricevere un commento positivo. L’approvazione o una condivisione su Facebook o Twitter da parte di un lettore può ripagarci del lavoro fatto e spingerci a fare ancora meglio. A patto che la ricerca dei “mi piace” non diventi un’ossesione (come quella del guadagno). Scrivere deve essere sempre una gioia.

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Ricordate di non intraprendere il progetto di un blog col solo scopo di arricchirsi o come mezzo per raccogliere numerosi seguiaci sui social network (probabilmente questo è stato uno dei motivi dei miei precedenti fallimenti). Non fatelo manco con l’illusione di cambiare il mondo o internet… il cambiamento che un blog potrebbe portare nella vostra vita è una ragione più che sufficiente.

La maggior parte di questi consigli li ho tratti da: becomingminimalist.com

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