Osservazioni, da profano, sulla relatività di Einstein e altre cose…

relativita

Foto: seventh sense

Credo che, come comunità scientifica, abbiamo un po’ distorto (interpretando male, come a noi conveniva) quello che Einstein voleva effettivamente dirci con la sua teoria della relatività; non parlo di formule matematiche, che egli stesso definisce “alquanto imprecise“, perché nonostante tutto su quelle, per fortuna, non abbiamo motivo di discutere, essendo state dimostrate scientificamente.

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“Si è soliti esprimere l’equivalenza della massa e dell’energia (anche se con alquanta imprecisione) mediante la formula E=mc2, in cui c rappresenta la velocità della luce, circa 3×108 metri al secondo.”


Forse la gran parte di quelli che hanno per lo meno intuito cosa implica questa teoria (e non mi riferisco solo agli scienziati ma soprattutto agli economisti, sociologi e intellettuali del nostro tempo, e a tutti quelli che per semplice diletto hanno approfondito più o meno l’argomento) pensano che Einstein volesse semplicemente dirci che “oltre” la “nostra” realtà fisica c’è una sorta di “realtà relativa” da qualche parte nell’universo.

Credo invece, dopo aver letto vari suoi scritti (divulgativi non scientifici, sia chiaro, non sarei stato forse in grado di capire i tecnicismi matematici, sebbene le mie limitate conoscenze da studente di fisica “eternamente fuoricorso”), che la mente più illuminata del secolo scorso, forse di tutta la storia dell’umanità, volesse dirci che l’Universo ha le Sue “Leggi Immutabili” – che voi umani non potreste immaginarvi (cit.) – e che vivendo in un angolo periferico dell’universo siamo noi invece soggetti a “leggi relative“, e quindi effimere, che non rappresentano la realtà così com’è nell’Universo; ma che anzi ci impediscono di capirla nella sua interezza.

E siccome siamo una razza primitiva, stupida, testarda ma soprattuto illusa e presuntuosa, crediamo di essere “evoluti” e continuiamo a cercare la verità, magari nel luogo giusto, ma con gli strumenti sbagliati, perché – ci sono più cose in cielo ed in terra, Orazio, di quante la tua filosofia (e aggiungerei scienza e fede) ne possa immaginare (cit.)

Sebbene ci siano continuamente “segnali” che ci dicono – state sbagliando – (e chi ha colto le due citazioni precedenti può intuire dove) continuiamo ad ignorarli e come invasati fondamentalisti procediamo verso il baratro accecati dalle nostre convinzioni “scientifiche”, “filosofiche”, “religiose”; fino a quando uno come Einstein (o Gesù) viene ad aprirci gli occhi. Noi iniziamo a vedere, iniziamo a capire, seguiamo i “maestri”, a volte li bolliamo come eretici, a volte li uccidiamo, spesso li beffeggiamo, poche volte invece prendiamo qualcosa di buono dai loro insegnamenti MA puntualmente li travisiamo e/o li interpretiamo male, continuando a ciondolare come fanatici nella nostra cecità, perché non c’è più stupido di chi invece crede di essere saggio (semicit.)…

…fino a quando però non arriva un altro vero saggio maestro ad illuminarci ed il ciclo riprende daccapo! Se siamo stati fortunati e svegli con un po’ di consapevolezza in più.

Ma allora come potremo mai “evolvere” scientificamente, tecnicamente e spiritualmente se continuiamo imperterriti “a darci la zappa sui piedi” con fare masochista, facendo puntualmente, ogni volta, 5 passi avanti e 4 e mezzo indietro?

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Come possono appartenere alla stessa “specie” persone come Einstein e la gente che sta ancora in fila fuori dagli store per assicurarsi, prima degli altri, l’ultimo modello di smartphone o quelli che si sbattono con ferocia e violenza durante una partita di calcio già decisa a tavolino? Ma anche gli economisti e gli intellettuali di spicco a livello nazionale e mondiale, che continuano a prostituire la propria intelligenza al migliore offerente, come possono ancora camminare a testa alta, e a pubblicare tanto lordume, illudendosi di aver capito e digerito il tanto genio che li ha preceduti?

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2 Risposte a “Osservazioni, da profano, sulla relatività di Einstein e altre cose…”

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