Foto: IBM
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La maggioranza dei direttori marketing è consapevole che è in atto un cambiamento nel modo di interagire con i propri clienti, ma si sente preparata a rispondere a questa evoluzione?
La rivoluzione digitale sta trasformando il mercato globale e oggi chiunque può fare acquisti in tutto il mondo semplicemente con un tocco sul telefono cellulare, può confrontare i prezzi delle varie aziende concorrenti durante lo shopping in un negozio e poi condividere le proprie opinioni con centinaia, se non addirittura milioni, di persone attraverso siti di social networking come Facebook e Twitter.
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È quindi evidente che il modo di interagire tra cliente e fornitore si sta modificando profondamente. Ma come dovrà evolversi l’attività del responsabile marketing per stare al passo con questi cambiamenti?
Molti importanti direttori marketing del mondo, intervistati nell’ambito dello studio Global Chief Marketing Officer (CMO) di IBM, hanno dichiarato di essere consapevoli di questo cambiamento fondamentale e permanente, ma solo la metà di essi sente di essere pienamente preparata a rispondere all’ondata evolutiva in atto.
Sulla base delle interviste, svolte di persona con 1.700 CMO di 17 settori in 64 paesi diversi (di cui 68 in Italia), è emerso che i CMO si trovano ad affrontare quattro nuove sfide: l’esplosione dei dati, il maggiore utilizzo dei social media, la proliferazione di canali e dispositivi e il cambiamento nella demografia dei consumatori.
Certamente la sfida principale è legata alla varietà, alla quantità dei dati e alla velocità con la quale essi vengono prodotti da fonti tradizionali e fonti nuove. Circa il 90% di tutte le informazioni create oggi in tempo reale è costituito infatti da dati non strutturati. I CMO che utilizzano con esito positivo questa nuova fonte di conoscenza si troveranno in una posizione forte per aumentare i ricavi, reinventare le loro relazioni con i clienti e creare un nuovo valore del brand.
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Si è aperta la strada verso la nuova professione di marketing per il prossimo secolo. Ma grazie alla diffusione dei dispositivi intelligenti, dei social network e dei “big data”, adesso il momento è quanto mai appropriato.
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