Samsara: un’opera d’arte di documentario

samsara-locandinaSe vi dico di pensare ad un’opera d’arte sicuramente vi verranno in mente colori, immagini, forme e suoni. Samsara è un’opera d’arte. È un film documentario del 2011 diretto da Ron Fricke che è stato girato nel corso di quasi cinque anni in venticinque paesi di cinque continenti, su pellicola da settanta millimetri. Il documentario è composto di sole immagini, effetti sonori e musica, assolutamente assenti dialoghi.

In sanscrito Samsara significa “scorrere insieme” o in senso lato “l’infinito girare della ruota della vita“, nelle religioni indiane, il Brahmanesimo, il Buddhismo, il Giainismo e l’Induismo, indica la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita. È talora raffigurato come una ruota (fonte Wikipedia).

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Samsara ci conduce in un viaggio sul pianeta Terra, nei luoghi naturali fra i più meravigliosi, nei luoghi sacri, nelle zone disastrate e nei posti più bassi che l’umanità ha saputo generare come le discariche, le baraccopoli africane e sudamericane ed i complessi industriali alimentari (e non solo) asiatici.

Non è facile spiegare con le parole quello che quest’opera offre allo spettatore perché in cento minuti, e senza utilizzarne neanche una, è racchiusa un’instantanea molto dettagliata della vita su questo pianeta. Se fossero stati inseriti dialoghi, una voce narrante o soltanto dei sottotitoli ci sarebbe voluto il triplo del tempo soltanto per specificare i nomi dei luoghi, degli edifici, delle opere e dei paesi in cui è stato girato il tutto.

I colori sono vivi ed intensi come un mosaico di sabbia tibetano che i monaci disfanno poco dopo averlo completato per indicare quanto complessa ma fugace sia la vita.

La colonna sonora di Michael Stearns, Lisa Gerrard e Marcello de Francisci, accompagna le immagini con una naturalezza sconcertante. Le musiche sono piuttosto morbide ma pungono quando devono farlo. L’atmosfera è orientaleggiante e mistica.

Non vi sto a dire che quest’opera va goduta quantomeno su di un televisore full hd con un buon impianto audio almeno 5.1 (l’audio originale è 7.1). Vi consiglio il bluray anche se l’ideale sarebbe vederlo in una sala cinematografica.

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Dello stesso regista è da citare anche il film documentario Baraka (letteralmente “benedizione“) del 1992, considerato come una sorta da capitolo precendente (non è assolutamente indispensabile vederli in sequenza). Ron Fricke è stato inoltre anche il direttore della fotografia in Koyaanisqatsi, il primo film della trilogia qatsi di Godfrey Reggio (fonte Wikipedia), che ricorda moltissimo Samsara nella forma e nei contenuti.

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