Se ti abbraccio non aver paura – Viaggio di un padre nel mondo segreto di un figlio autistico

“Se ti abbraccio non aver paura”, scritto da Fulvio Ervas e pubblicato nel 2012, è la storia vera del viaggio che Franco e suo figlio Andrea, autistico, che insieme hanno attraversato le Americhe tra mille peripezie.

Un’avventura durante la quale un padre ha cercato, per quanto possibile, di penetrare e comprendere il bizzarro mondo in cui suo figlio è costretto a vivere da sempre e che, quasi per sbaglio, svela uno scorcio di umanità ignoto ai più.

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Il viaggio

Come ci racconta Franco all’inizio della sua storia, di questo suo diario, il vero viaggio per lui è iniziato quindici anni prima di quello narrato nel libro, quando scoprì che suo figlio Andrea era autistico. Una scoperta che cambia la vita, e che costringe ad adattarsi a un mondo tutto nuovo.
In qualche modo l’uomo ha imparato a comunicare con il figlio: Andrea, infatti, benché a voce non riesca a sostenere un dialogo reale, riesce, se aiutato, a comunicare con il computer, creando una labile ma comprensibile comunicazione. Ma questo non basta e, dopo quindici anni di tentativi di comprendere Andrea, di capire le contorte regole del mondo di cui il ragazzo è prigioniero, Franco sente un istinto irrefrenabile, un’idea lo colpisce, e decide di seguirla.
L’estate si avvicina e, invece di una semplice vacanza, Franco pensa e propone ad Andrea un’avventura diversa: andare in America, all’avventura. Noleggiare una moto, e attraversarla tutta, da costa a costa! Andrea è d’accordo e così, dopo molte incertezze e moltissimi preparativi, i due partono.
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Da subito, una cosa è chiara: l’avventura che i due iniziano è piena di imprevisti e quello che nasce come un “coast to coast” diventa ben presto qualcosa di più; in pochi giorni il già labile programma cambia, e padre e figlio si trovano a viaggiare, cambiando continuamente mezzo, discendendo gli stats fino ad arrivare in messico, tagliando poi trasversalmente diversi paesi del sudamerica, fino a risalire in Brasile.

Durante tutto questo incredibile itinerario, i due vivono avventure e disavventure di tanti tipi ma, soprattutto, grazie anche all’incontrollabile abitudine di Andrea di abbracciare tutte le persone con cui ha a che fare, ecco fiorire mille strani incontri, amicizie inaspettate, momenti di imbarazzo e qualche volta anche di pericolo, scoperte di mondi che Franco ignorava completamente.

Questo diario ci porta, così, attraverso polverose strade, deserti aridi, casinò scintillanti, alberghi di lusso, catapecchie cadenti, foreste selvagge, riti sciamanici e un incredibile labirinto di intrecci di esseri umani.

Una casa per Jorge

Durante il loro viaggio, Andrea e Franco incontrano Jorge, un ragazzo più o meno dell’età di Andrea, autistico come lui.
L’incontro con Jorge, però, spiazza Franco: questo ragazzo, così simile a suo figlio, vive una vita tanto più difficile; Andrea ha una famiglia sana e in buone condizioni, vive in una bella città e ha tutti gli strumenti che gli occorrono per vivere la sua condizione al meglio possibile. Jorge, viceversa, vive con tre uomini (uno zio e due amici) in una catapecchia cadente in Costa Rica, bloccato su un lettino lercio, a causa di un problema alle gambe, e immerso nella miseria più totale.

Franco decide così, una volta iniziata la pubblicazione del libro, di dedicarne i proventi a Jorge e alla sua difficile situazione; per fortuna del ragazzo, il libro ebbe un grande successo da subito – in Italia è stato uno dei più venduti del 2012 – e ha permesso di realizzare una casa per Jorge, che con la sua famiglia si è trovato così a iniziare una nuova vita in condizioni dignitose.

Tra storie e persone

Quella di Jorge è solo una delle tante vicende umane in cui entrano, anche se solo per breve tempo, Andrea e suo padre; per tutto il loro viaggio, infatti, capita che, in qualche modo, la condizione di Andrea lo porti a intrecciare un legame con tante persone, tante storie di uomini e donne di un mondo così lontano e così vicino.

In qualche modo, questo fa del diario di Franco un triplo libro, una tripla storia: da un lato, quello più superficiale, il lettore cammina al loro fianco, scoprendo luoghi e culture nuove, esplorando in punta di piedi un piccolo pezzo di mondo sconosciuto, come un turista invisibile.
C’è poi il viaggio di Franco nel mondo di suo figlio: un padre che, disperato d’amore per un figlio che soffre, cerca in tutti i modi di capire come aiutarlo, come condividerne le percezioni. Franco non si risparmia: ogni espediente, ogni trucco, ogni esercizio che gli permetta di avvicinarsi di un passo alla chiave per comprendere è accettabile. Tra molte frustrazioni e alcuni soddisfazioni, piccole ma determinanti, si penetra così il grande mistero dell’autismo, malattia oggi così chiacchierata, presente tanto insistentemente nei media collettivi ma così poco compresa dal grande pubblico.
Infine, il “terzo libro” è quello delle persone che i due incontrano: piccole storie pregnanti, che lasciano a volte un sapore amaro, a volte profondi spunti di riflessione, e che comunque toccano nel profondo.

In conclusione

Il libro, stilisticamente, è scritto in modo intrigante.
Fulvio Ervas, l’autore materiale del testo, ha raccolto per un anno le storie di Franco, mettendo insieme i pezzi di questo mosaico, aiutandosi con foto, registrazioni, video e quant’altro, con tanto tatto che la sua presenza diventa quasi impalpabile, e si ha la sensazione di ascoltare il racconto direttamente da Franco stesso.

La composizione è funzionale ed essenziale, si legge in fretta e con interesse, attraverso capitoli brevi e diretti, che vanno dritto al punto, e le emozioni intese si trasmettono con immediatezza, arrivando forti e chiare.
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Se a questo si aggiunge che questa lettura può permettere al lettore casuale di conoscere e capire un po’ meglio questo “autismo”, questa condizione così vaga di cui si conoscono generalmente solo bizzarre sfaccettature caricaturate da tv e cinema, oltre che di indagare profondamente quello che è, alla radice, il legame tra un padre e un figlio, la conclusione è una: il libro è consigliato a tutti, dai lettori casuali, data la sua facile leggibilità, a quelli in cerca di qualcosa di “importante”.

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