Un lupo ne cuore – Lupi (Barry H. Lopez)

Un saggio scritto da Barry Lopez nel 1978 sul Lupo, un animale tanto amato e tanto odiato.
Barry Lopez è autore di saggi e romanzi, Lupi è diventato un best-seller negli Stati Uniti.
L’autore con un fare romanzesco viaggia fra le sfaccettature di questo carnivoro, facendocelo vedere come oggetto d’indagine scientifica, come oggetto di interesse antropologico (come per i nativi, legati ad esso nel mondo della natura), come oggetto dell’odio degli allevatori di bestiame ed infine spiega che posto occupa ed ha occupato nell’immaginario umano, dal medioevo fino ai nostri giorni.

Il testo si divide in 4 parti principali che ora andrò ad esaminare una alla volta:
1- Canis Lupus Linnaeus
2- Nuvole all’orizzonte
3- La Bestia dell’abbandono e della desolazione
4- Ed un Lupo divorerà il Sole
più un epilogo sull’allevamento dei Lupi ed una nota finale di Fulco Pratesi (presidente del parco nazionale d’Abruzzo e del WWF Italia).
Nella prima parte Lopez descrive in modo scientifico l’animale, lo ritrae nella sua vita sociale, nella caccia (“conversazione di morte fra predatore e preda”), ne descrive gli spostamenti nel territorio e la vita di branco. Sottolinea le differenze fra gli esemplari in cattività e quelli in libertà. Lo segue da vero biologo, osservandolo e cercando di capire quello che l’uomo bianco non sa vedere.
Dico l’uomo bianco perché nella seconda parte spiega la totale interdipendenza fra i popoli eschimesi, gli indiani (Nunamiut, Cheyenne, Pawnee, …) ed il Lupo. La vita di questi ultimi era strettamente legata al Lupo, infatti i popoli nativi del Nord America dovevano spartirsi il cibo ed i territori di caccia con questi predatori, ma comunque non gli mancavano mai di rispetto, guardavano il Lupo con ammirazione e cercavano di essere Lupi sia nel modo di vivere (comportamento sociale) sia nel modo di rapportarsi con la natura, erano parte di essa, come il Lupo, l’alce, il caribu ed il bisonte… tutto si reggeva su un esile equilibrio, ogni essere vivente era parte integrante del territorio… ma non fu per sempre così, un giorno arrivarono gli uomini bianchi, e Lopez ne parla nella terza parte del libro, che erano avidi di ricchezze e di terra, prima sterminarono le prede naturali del Lupo, per far spazio al bestiame d’allevamento e poi si resero conto che il Lupo in mancanza d’altro attaccava le loro greggi e le loro mandrie… e per estirpare questo male, ricorsero a tutto, esche avvelenate (che spesso erano mangiate anche da cani domestici e bambini), tagliole, armi da fuoco, e addirittura caccia aerea con elicotteri e piccoli aerei da turismo, operazioni paramilitari, come in un’episodio raccontato nel libro dove circa 600 uomini fecero di tutto per ammazzare 4 lupi barricati ed impauriti in un bosco alle pendici di una collina…
Questo portò all’estinzione il Lupo nella quasi totalità del Nord America.

Nella quarta ed ultima parte del libro Lopez cerca di capire cosa ha portato l’uomo bianco ad odiare in questo modo i Lupi.
Dai miti dell’età greco-romana (Licaone; Romolo e Remo), ai miti nordici (Fenrir), passando per le leggende medioevali (Bestiari fantastici che venivano considerati scienza) dove la chiesa demonizzò la figura lupesca, mandando al rogo, insieme a presunte streghe, presunti lupi mannari…
Ci vengono raccontati anche casi di bambini lupo, allevati da Lupi, bambini autistici che credevano di essere Lupi.
Non tralascia la letteratura, infatti ricorda le favole di Esopo e Fedro, dove il lupo è sempre visto come cattivo, stupido e vigliacco, passa per La Fontaine, i fratelli Grimm e Prokof’ev parlando di racconti come “Cappuccetto Rosso”, “Pierino ed il Lupo”, “I tre Porcellini”, fino ai romanzi di Jack London.
Non lascia niente al caso, dice che forse nel ventesimo secolo le cose sono cambiate, o almeno stanno cambiando, forse un sentimento di colpa ha invaso il cuore degli uomini, infatti guardandosi alle spalle vede solo morte ed infamia…

Non bisogna vedere il Lupo in termini umani, nessun animale, il mondo degli animali è diverso, vivono in un’altra prospettiva e non si può giudicare cosa è bene o è male agli occhi degli uomini… non vale lo stesso metro di giudizio…
A tal proposito mi torna alla mente un esempio che la prof. di zoologia ci fece a lezione:
La lotta fra due Lupi (i cattivi) per la dominanza… i due Lupi combattono, cercando di non infliggersi ferite mortali, fino a quando uno dei due si arrende e se ne va, quasi mai uno dei due uccide l’altro.
Lotta fra due Tortorelle (da sempre immagine di purezza e di pace), i due maschi lottano fino a quando uno dei 2 soccombe…
come fa la morale umana a giudicare giusto o sbagliato uno dei 2 comportamenti… perché affibbiare ad un animale la fama di buono o di cattivo…

La mia visione del mondo è un’altra di tutti gli animali che popolano o hanno popolato questo pianeta nessuno è riuscito a distruggerlo come ha fatto l’uomo negli ultimi 2 o 3 secoli…
Vorrei chiudere scrivendo un passo di questa stupenda opera:
-“Nel corso della storia, l’uomo ha esternato la sua natura bestiale, trovando un capro espiatorio sul quale potesse accumulare i peccati e la cui morte sacrificale ne costituirebbe l’espiazione. Ha attribuito al Lupo i suoi peccati di brama, lussuria e inganno e lo ha condannato a morte nella letteratura, nel folklore e nella vita reale.”

Pubblicato originariamente su ciao.it il 15/04/2006

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