Un’incredibile avventura. Il sogno del lupo (Ario Sciolari)

Ario Sciolari è una guida alpina, ha compiuto numerose imprese, traversate a piedi, scalate ed esplorazioni in kayak, ma nonostante questo non sono qui per parlarvi dell’ennesimo no-limits man ma di uno scrittore che è saputo entrare nell’anima della terra da lui vissuta, non come record-man ma come umile e solitario puntino nero in movimento in un’immensa distesa bianca, una terra ancora selvaggia, una wilderness, come lui stesso ha sottolineato.
Nel fare ciò è stato accompagnato dai migliori compagni possibili, due cuccioloni di lupo, Chinook e Mohawk, i quali per circa 3000 chilometri, dal faro di Lindesnes 58° N alla roccia di Nordkinn 71° N, attraverso gli altipiani, le montagne e le foreste innevate di Norvegia, Svezia e Finlandia, per ben 133 giorni, gli hanno insegnato ad entrare in contatto con la natura incontaminata, a vivere i luoghi degli antenati e dei nativi.
Tutto con solo un paio di sci da telemark ed una piccola pulka (slittino al traino) contenente una tenda e le provviste necessarie all’impresa.

L’opera vuole essere il diario della traversata in solitaria della Norvegia, nella sua stagione più rigida, l’inverno. In realtà si dimostra essere molto di più, la ricerca della solitudine e del silenzio, il mettersi in ascolto della natura per ritrovare quel contatto con essa, quel legame che ormai l’uomo moderno non ha più, i ricordi dei suoi precedenti viaggi, i dialoghi silenziosi con il vento, e con i nativi, il popolo dei Sami (Lapponi).
Il ricordo di un suo precedente viaggio e delle parole scambiate col suo amico Pekka, un Sami, sono il motivo per trascendere dal presente e far vivere al lettore le leggende e il modo di vivere più semplice ma pieno di questo popolo di Nativi, i riti per propiziarsi lo spirito delle renne unica fonte alimentare dei Sami, racconta di miti e divinità dei nativi, Biegolmai, il Dio del Vento, che con le sue pale si credeva dovesse propiziare un inverno non rigido, e pi ancora Olmai Uomo del Mondo e Liebolmai il Signore degli Animali, la vita facendo parte di quel mondo selvaggio, in cui l’animale diventa sacro e non c’è più differenza fra l’uomo, l’orso o il lupo. Diventa quasi un saggio antropologico, e chiuso nel lavvu (tipica capanna dei Sami) al lento fuoco di betulla ci spiega le somiglianze tra la cultura dei Sami con le culture di popoli nativi della Siberia, dell’Alaska e del resto dell’America.
Quasi il lettore sente il naso ghiacciato, e insieme con l’autore viaggia in questi splendidi paesaggi che quasi ci fa vedere, quasi sentiamo il ghiaccio scricchiolare sotto le suole, ci fa sentire il profumo della betulla che arde e ci fa addormentare in un lavvu con lui. Si fa aiutare a preparare le porzioni di cibo per i lupacchiotti… ma cosa più importante ci rende partecipi dell’altro viaggio, quello interiore che lui compie, e mentre i muscoli delle gambe vanno, il cervello vola da un’altra parte… trova silenzio e viaggia fino a comprendere qual’è il Sogno del Lupo.
I suoi compagni sono due lupi veri, adottati da Sciolari quando ancora cuccioli, lo seguono ma spesso lo precedono, e gli mostrano la via, la via per ritrovare se stesso, per tornare ad ascolatre il rumore del vento e per ritrovare quel contatto con la natura che l’autore cerca fino all’ultimo passo. Purtroppo la natura dell’uomo (che si è distaccata dalla natura, madre di tutto) è “maligna”, e non c’è spazio più per una creatura che agli occhi dei Sami aveva la forza di un uomo e l’intelligenza otto volte superiore… il lupo, ed è proprio per colpa dell’uomo che… … …non ce la faccio a dirlo… quasi piango… ma credo abbiate capito…
un libro da leggere, che aiuta a crescere all’interno e ci aiuta a capire il silenzio, ci fa fare un primo passo verso la wilderness…

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Perchè Nordkinn e non Nordkapp (Capo Nord)?
Il viaggio di Ario finisce a Nordkinn, il fiordo successivo a quello di Capo Nord, l’autore lo sceglie per 1 motivo principalmente:
– E’ Nordkinn il punto più a Nord della Lapponia e quindi di questo continente; infatti, anche essendo qualche decimo di grado più a Nord, la punta di Nordkapp si trova sull’isola di Mageroya e, anche se adesso è collegata da un ponte al continente, rimane pur sempre un’isola…

Pubblicato originariamente su ciao.it il 07/04/2006

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