DUNE – crudeltà, evoluzionismo e pura epicità!

dune

Foto: Dune Patterns

Per chiunque mastichi un minimo di fantascienza, questo titolo è a dir poco celebre. Apro la mia copia (edizione Sperling & Kupfer) e subito troneggiano ringraziamenti ed elogi da nomi quali George Lucas, Steven Spielberg, James Cameron, Isaac Asimov e Stephen King, i quali ammettono senza vergogna che, senza questa monumentale opera, buona parte della narrativa d’evasione del ventesimo secolo sarebbe stata profondamente diversa.

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Ma di cosa parla DUNE?

Dune è, di per sè, una storia di lotte di potere, vendette dinastiche e conflitti feudali o, almeno, così si presenta apparentemente all’inizio; ben presto, però, si chiarisce come i veri temi siano ben altri. La trama, in sostanza, è quella di una faida che perdura da decine di generazioni e che vede opporsi, senza requie, due famiglie nobiliari del complesso ed esteso Impero Galattico: da una parte i nobili e fieri Atreides, presentati chiaramente come gli eroi epici del racconto, pieni di onore e valori. Dall’altra, gli Harkonnen, gretti, meschini, ingordi e volgari, subito dipinti come stereotipati antieroi.
Questa antica ostilità tra famiglie perdura da secoli ma si appresta ad essere risolta una volta per tutte; il luogo dove tutto si deciderà è il pianeta Arrakis, noto a tutti come Dune, un pianeta arido e crudele, che però è di fatto il punto nevralgico dell’economia galattica in quanto l’unico dove sia possible estrarre la Spezia, il Melange – una misteriosa spezia dalle infinite proprietà quasi sovrannaturali.

Ma, di fatto, tutto questo non è che un pretesto; la diatriba che separa queste due casate, i complotti interni all’impero, le trame politiche, benchè affascinanti, non fanno altro che essere la scusa con la quale l’autore vuole arrivare a un livello molto più alto.
Illudendo il lettore di stare assistendo all’ennesima disfida tra “buoni” e “cattivi”, lo scrittore sconvolge tutto arrivando, in un crescendo di emozioni trionfali, al vero scopo di tutta la storia.

Frank Herbert il darwinista definitivo!

Frank Herbert, l’autore di Dune, era un uomo geniale – scrittore, saggista, giornalista e altro ancora, il suo intelletto e la sua creatività erano riconosciuti da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Un tema a lui molto caro – e che si ritrova, bene o male, come filo conduttore di molte sue opere – era quello dell’evoluzionismo, nella sua idea più elaborata; le storie di Herbert sono dure, crudeli, solo chi è capace ad adattarsi sopravvive.
Niente deus ex machina, non arriva la cavalleria a salvare i nostri eroi, la sorte ha un ruolo insignificante. I personaggi delle sue storie sono costretti a comprendere cosa il momento richieda, devono assolutamente adattarsi, crescere, migliorare; per chi non ne è in grado, non c’è pietà o seconda possibilità.
Nella trama stessa, poi, l’evoluzione diventa l’argomento chiave; tutti i conflitti, le lotte, le morti e le battaglie non diventano altro che minuscoli pezzi di un colossale mosaico, tutti diretti verso, come lo definisce Paul Atreides, un “Terribile Scopo”.

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Da leggere.

In definitiva non c’è molto altro da dire.
È possibile che non tutti apprezzino questo romanzo; per chi non è abituato a leggere niente di più complesso di un best seller da ombrellone, potrebbe risultare pesante.
Eppure, è un libro che emoziona, che lascia spunti profondi, che colpisce nel profondo della mente, che porta a vedere all’intero universo con occhi nuovi.
Consiglio assolutamente a tutti di procurarsene una copia, e lasciarsi sprofondare nel suo feroce universo, popolato dai terrificanti e imbattuti Sardauker imperiali, i sordidi complotti della Gilda dei Navigatori, i morbosi giochi di potere degli Harkonnen, le profezie messianiche della sorellanza Bene Gesserit e i cupi riferimenti a un passato perduto segnato da guerre infinite.
E chissà, magari scoprire il proprio Terribile Scopo.

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