“I Maestri Invisibili” di Igor Sibaldi

maestri-invisibili-igor-sibaldiSe dovessi descrivere brevemente Igor Sibaldi direi colto, saggio, erudito, sapiente. Come altro definire chi dopo poche pagine ha già citato Antico e Nuovo Testamento (da lui stesso rispettivamente tradotti dall’ebraico antico e dal greco), la Divina Commedia, Goethe, Tolkien e poi Orfeo, Ulisse, Aladino.

Scrittore, studioso di teologia ma soprattutto saggio e “ricercatore” le sue pubblicazioni spaziano dalle traduzioni (come detto sopra della Genesi e del Vangelo di Giovanni ma anche classici di letteratura russa fra cui Tolstoj) alla serie di romanzi-saggi, di cui questo (1997) è il primo tassello, alla scoperta del suo “Aldilà”. Ma innumerevoli sono le sue opere fra narrativa, saggi filosofico-teologici e teatro.

Ho conosciuto Sibaldi da alcune sue conferenze ed interviste presenti online, mi ha subito incuriosito quel suo parlare forbito, elegante, consapevole, sapiente, ed è così che ho deciso di leggere qualcosa di suo, il perché abbia scelto “I Maestri Invisibili” per iniziare non ve lo saprei dire…

Il libro parla degli Spiriti guida o Spiriti maestri e di come comunicare con loro. Chi ci crede chiama queste entità “Angeli” o (per esempio i cattolici) “Madonne” o “Dio” o “Dèi” o “Sé superiore“. Chi non ci crede li definisce “ossessioni” o “sentire le voci“. Ma crederci o meno non è importante adesso.

La prima parte è tecnica e l’autore, oltre a citazioni ed esempi, in particolare tratti dalla Genesi e dalla Divina Commedia, ci accompagna per mano lungo un percorso che io potrei solo definire di “meditazione” o di “trance leggera”, fino a farci incontrare i suoi Spiriti guida. Allo stesso tempo ci fornisce gli strumenti per incontrare i nostri, con cautela e discernimento.

La seconda parte del libro invece è in forma di dialogo. I contenuti sono relativi a quanto di più profondo c’è nella nostra Anima, all’Aldilà, alla Reincarnazione. C’è scritto anche di Desideri e della Felicità. Se dovessi paragonare “I Maestri Invisibili” ad un altro libro che ho letto sceglierei sicuramente “Conversazioni con Dio” di Neale D. Walsch.

I punti in comune sono tanti sia nei contenuti che nella forma, la principale differenza fra i due è la dirompente cultura di Sibaldi, Walsch sicuramente propone più contenuti ma il suo stile è semplice, meno profondo, una scorrevolezza dovuta molto probabilmente alla differenza di livello culturale fra i due. Di contro alcuni passi di Sibaldi sono complessi e occorre rileggerli per comprendeli a pieno.

Il libro è di facile e piacevole lettura (ho impiegato sei giorni per leggerlo) anche se per coglierne a pieno i collegamenti ed i riferimenti ad altre opere c’è bisogno di approfondire. Mi sento già consapevole di alcuni dei concetti trattati e ce ne sono di altri che ho potuto fare miei. Altri ancora invece mi sono rimasti estranei. Ma è sempre così, bisogna prendere quello che “risuona” in noi come vero e lasciar andare il resto per ritornarci successivamente o mai più.

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