Mettersi in proprio oppure no, questo è il dilemma!

Un’articolo di Techcrunch scritto da James Altucher ha sollevato una questione che mi sta molto a cuore. L’articolo in questione non è particolarmente completo, innanzitutto perché si tratta di un post sul blog e si sa, ci sono dei limiti alla pazienza dei lettori, in secondo luogo perché il tema trattato è incredibilmente ampio ed infine perché James scrive libri su questi argomenti e probabilmente è anche interessato a venderli.

La questione del mettersi in proprio oppure no è oggi più che mai all’ordine del giorno. Ci stanno martellando da anni con la crisi della finanza, la crisi dell’economia, la crisi dei consumi e soprattutto la crisi dei posti di lavoro. I nostri genitori ci guardano come se fossimo diretti verso un baratro inesorabile e forse hanno ragione, ma c’è una minima possibilità che abbiano torto.

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Come James Altucher giustamente fa notare, il mito dell’azienda che si prende cura di te, che ti da sicurezza, che finché farai bene il tuo lavoro non lascierà te e tuo figlio in mezzo a una strada è finito da un pezzo. Quando un’azienda è in cattive acque tu sei il primo a pagarne lo scotto. Lo stesso vale per le aziende pubbliche, guarda la Grecia, credi davvero che quelle persone si aspettassero di vedersi il posto pubblico tolto da un giorno all’altro da sotto il c###?

Non si tratta di contratti più deboli e leggi più ingiuste, si tratta del mercato che evolve ad una velocità impressionante. Figlio di dipendenti la mia idea di realizzazione personale, in qualche modo, è sempre stata quella di un lavoro in una grande azienda, di una carriera discreta e alla fine di una pensione dignitosa. Le grandi aziende si sono rivelate non poi così grandi, se ti interessa la carriera l’ultima cosa che devi fare è legarti ad una sola azienda e la pensione… bhe lasciamo perdere.

Mettersi in proprio però vuol dire rischiare tanto. Oggi il web ti permette di essere un libero professionista virtualmente senza costi di impianto, il che è una bella cosa, ma è anche vero che un giorno vendi le tue competenze a caro prezzo e il giorno dopo i clienti scompaiono e tu, non avendo immobili, non avendo investito soldi in praticamente nulla che sia rivendibile ti ritrovi al punto di partenza e magari con qualche rata da pagare.

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Quando arriva questo momento, e sappi che arriva prima o poi, puoi contare solo su tre cose (professionalmente parlando): i soldi che hai messo da parte, le capacità che hai acquisito o migliorato e soprattutto il tuo network. Il network, quello, è il tuo contratto a tempo indeterminato. Se sei stato bravo a mantenere i rapporti (basta essere gentili e leali) lì dove un cliente decide di abbandonarti eccone spuntarne fuori un altro che richiede i tuoi servizi.

Chi fra la generazione dei nostri genitori ha lasciato il posto sicuro per fare imprenditoria lo ha fatto perché desiderava più soldi e più libertà, noi lo facciamo per necessità, ma lascia che ti dica una cosa: sarà forse una convinzione illusoria, ma la sensazione di avere il controllo della propria vita ti fa sentire davvero bene.

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