Terra! – La fine del mondo secondo Benni

“Terra!” è un romanzo umoristico di fantascienza dell’italiano Stefano Benni, pubblicato nel 1983.
Il romanzo è un’opera di satira, realizzato in piena guerra fredda, che scherza, con umorismo particolarmente cinico e feroce, sulla follia della guerra.

terraCopertina del libro

La trama

La storia è ambientata nel 2156, dopo che la terra ha visto scoppiare, in centocinquant’anni e poco più, la terza, quarta, quinta e sesta guerra mondiale.
Il pianeta è devastato: la temperatura globale è scesa al minimo, gelando tutto; la crisi energetica imperversa; l’umanità sopravvive per miracolo, destreggiandosi tra carestie, malattie astruse, radiazioni post belliche e crimine fuori controllo.
La società è divisa fondamentalmente in tre blocchi politici: la Federeazione Sineuropea, composta da Europa e Cina, frammentata e corrotta, in costante crisi economica ed energetica, che va avanti in modo raffazzonato e incerto; l’Impero Militare Giapponese Sam, potente e inarrestabile, che sopperisce alla soffocante mancanza di spazio con spirito di sacrificio e una totale supremazia tecnologica, guidato da una casta di militari fanatici; l’unione degli sceicchi Ameraraborussi, nata dall’alleanza dei grandi imprenditori statunitensi, arabi e russi, è la nazione più ricca e potente, ma governata con dittatoriale pugno di ferro e giochi di potere letali dal suo supremo leader, il re Scorpione Akrab.
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In questi tempi bui, giunge una notizia sconvolgente: un esploratore spaziale, Van Cram il Vichingo, sembra aver trovato un nuovo pianeta, subito ribattezzato “Terra 2”, perfetto per la vita umana; clima, composizione atmosferica, fauna e flora, temperatura… ogni elemento sembra essere perfettamente adatto alla vita umana!
Subito, inizia una corsa per raggiungere Terra 2: ogni fazione vuole rivendicarne il possesso, per diventare padrona di questo nuovo, utopico mondo; parte così la piccola e rappezzata Proteo Tien, l’astronave della spedizione sineuropea, l’unica a conoscere le indicazioni per raggiungere Terra 2, seguita, con crudele determinazione, dalla Calalbacrab, la maestosa nave di re Akrab, enorme e straripante di soldati (oltre che servi, paggi, cantanti e spie) e dall’Akai Mazinga Zuikaku, la minuscola ma ipertecnologica astronave giapponese, carica di minuscoli soldati pronti a tutto e comandata dall’impietoso generale sam Yamamoto.

Benchè la storia sia corale e si sposti continuamente da una parte all’altra, i veri protagonisti della storia saranno, da un lato, i membri dell’equipaggio della Proteo Tien, ovvero Leonardus Kook, scienziato pacifista, Cu Chulain, aggressivo e ardimentoso pilota, Mei Ho Li, sensibile e affascinante ragazza telepate, Caruso Raimondi, meccanico e cantante, Sara, la piccola ma agguerrita aiutante di Caruso, e LEO, un robot leale e generoso; dall’altro lato, sulla Terra, le speranze dell’umanità saranno invece affidate all’anziano Fang, vecchio filosofo e telepate di alto livello, e al dodicenne Frank Einstein, piccolo genio creato in laboratorio, che grazie a Fang sembra avere la possibilità di ritrovare la sua infanzia perduta.

Si snoda così un’avvincente corsa contro il tempo, mentre tutti, per ragioni diverse, cercano di svelare una serie di misteri: dove si trova Terra 2? Cosa si naconde sotto le rovine di Cuzco? Soprattutto, come è possibile che un lontano pianeta sia collegato con i segreti di un popolo scoparso da secoli?

In un mare di simbolismi

Nella lettura di “Terra!” si deve partire da un presupposto: Benni non è e non vuole essere un autore di fantascienza. Il romanzo è ingenuo, nella trama scientifica: immagina il viaggio nello spazio come una navigazione oceanica, mischiando concetti di fisica, chimica e astronomia in modi ridicoli, sparando termini tecnici nei modi più impropri.
Certamente, non sono errori dovuti a ignoranza o ingenuità: semplicemente, Benni mira a raccontare qualcosa che va oltre la scienza e la tecnologia. Come lui stesso racconta, una forte fonte di ispirazione per questo racconto viene da “Moby Dick”; l’opera è intrisa di richiami alle grandi avventure marittime, e soprattutto trasuda simbolismi e analogie, metafore e allegorie, a ogni rigo di lettura.
Speculazioni sulle culture centroamericane, i Ching, leggende di mare, satira della politica del tempo, sovrapposizioni storiche, allegorie sullo spirito umano, storie di guerra, rivisitazioni di vecchie favole, Benni non ci fa mancare niente.
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Ridere per non piangere

Elemento saliente dell’opera, e caratteristico della narrativa di Benni, è un’ironia feroce, tagliente, aggressiva, cinica, spietata; si scherza sulla morte, sulla guerra, sulle malattie, sul tradimento, sull’omicidio e, in generale, su tutte le brutture e fragilità della condizione umana. Più si va avanti nel racconto, poi, più sembra perdersi la speranza: il “male” sembra destinato a trionfare.
In tutte le sue opere, gli eroi di Benni non sono mai “prescelti” che, dotati di armi magiche o di risorse insperate, rovesciano il cattivo di turno, facendo trionfare il “bene”; i suoi sono eroi disperati, che lottano e, quasi sempre, pur trionfando, si trovano in un mondo pressochè invariato. Anche in questo caso, una sorta di cupo fatalismo sembra guidare il racconto: nonostante tutte le forti speranze dell’equipaggio della Proteo Tien e la ferrea volontà di Fang, infatti, sembra impossibile contrastare la naturale inclinazione dell’uomo all’autodistruzione; il viaggio è segnato, fin dall’inizio, dalla corruzione, dal tradimento, dall’inganno, tutti usano tutti e non ci si può fidare di nessuno, o quasi.
Il mondo che Benni dipinge è tragico: per i poveri e i deboli non c’è speranza; i potenti non sono capaci di redenzione, o di pietà, o di morale. Niente si può contro la stupidità e l’avidità degli uomini, pare, e si ha l’impressione che si rida tanto solo per non piangere.
Eppure.
Eppure, quelli di questa storia sono, fino alla fine, eroi che non smettono di ridere, di cercare, di sperare e di lottare.
E che ci conducono a un finale sorprendente e assurdo, in cui ogni cosa può accadere.

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