webOS è più aperto di Android

webOS

HP ha recentemente pubblicato un post sul blog ufficiale che descrive il modello di gestione “Open webOS“. Il progetto adotta un approccio simile a quello della Apache Software Foundation. Il codice sarà sviluppato in archivi pubblici e i membri più attivi della community saranno in grado di guadagnare privilegi di accesso. Questo livello di inclusione e trasparenza poterà il progetto webOS ad essere più aperto di Android.

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La piattaforma webOS è stata originariamente sviluppata da Palm che è stata poi acquisita da HP nel 2010. HP aveva intenzione di utilizzare il sistema operativo su un’ampia gamma di prodotti, piano poi abbandonato dall’ex CEO di HP Leo Apotheker.

Meg Whitman, attuale CEO di HP, ha annunciato a dicembre che avrebbe reso pubblico webOS facendolo diventare un progetto open source.

Sia il progetto webOS che l’AOSP (Android Open Source Project) distribuiscono il loro codice sotto la Licenza Apache Software, una licenza open source che consente al codice di essere incorporato in strumenti e prodotti di terze parti. Le due piattaforme quindi sono distribuite sotto la stessa licenza che lascia ai produttori di hardware la flessibilità di cui hanno bisogno per differenziare i propri prodotti.

L’area in cui webOS e Android divergono è la reale gestione delle cose. Android è in gran parte sviluppato a porte chiuse da parte di Google e dei suoi partner più stretti, Google di solito rende il codice sorgente di Android disponibile solo dopo il rilascio di ogni “major release”. Sviluppatori indipendenti e aziende non hanno accesso al codice mentre questo è in sviluppo.

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Il progetto “Open webOS” invece adotterà un approcio differente, il codice sarà sviluppato in un “GitHub” pubblico disponibile per chiunque. Sviluppatori indipendenti e collaboratori esterni in questo caso saranno in grado di accedere all’ultima versione di codice e potranno inviare richieste di inserimento quando avranno implementato eventuali miglioramenti. Non so voi, ma è così che immagino debba funzionare un progetto Open Source.

Via: arstechnica.com

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