TheAppBuilder: come costruire app iOS, Android senza codice e in pochi minuti

Sviluppare un’applicazione smartphone in pochi minuti, senza digitare una sola stringa di codice. È questa la formula che ha reso celebre AppBuilder. Al momento sono supportate le piattaforme iPhone e Android, ma sul sito ufficiale della compagnia è annunciato l’imminente rilascio della compatibilità con Windows Phone 8, che probabilmente andrà a sostituire sul mercato le quote che RIM sta già perdendo.

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L’idea alla base dell’applicazione è semplice. Fornendo un’apposita interfaccia web, praticamente chiunque grazia ad AppBuilder, senza pregresse esperienze di programmazione, può elaborare un’app smartphone e farla girare sul proprio cellulare. Non si tratta di applicazioni web costruite sulla base delle potenzialità offerte dall’HTML 5, ma delle applicazioni native, ottimizzate per ogni piattaforma. E nel giro di un paio di settimane sarà fornita l’attesa integrazione dell’OS Windows Phone 7 con tutte le caratteristiche di Metro. Questo almeno quanto dichiarato da Matthew David, responsabile delle vendite della società produttrice JamPot’s.

AppBuilder rende disponibile una lista di funzioni direttamente dall’interfaccia web, supportando l’utilizzo di account e indirizzi web a cose quali le timeline di Twitter, feed RSS e molto altro. AppBuilder interviene unendo i comandi e inviandoti via mail un link che ti permette di scaricare direttamente l’applicazione appena ideata.

Gli utenti pratichi dei sistemi quali IfThisThenThat troveranno familiare l’ambiente di sviluppo e altrettanto semplice nell’utilizzo. Se poi vuoi tornare su quanto già progettato non hai che da accedere al tuo profilo sul portale e inserire aggiornamenti ai tuoi precedenti lavori. David ha reso nota una parte del meccanismo su cui poggia il funzionamento di AppBuilder: l’applicazione che vai a scaricare è effettivamente una “shell” app che contiene una buona parte di codice e un ID univoco. Che, mentre la app gira sul tuo dispositivo, invia una richiesta al cloud server il quale inoltra la restante parte di codice necessaria al corretto lavoro del software.

Il passo successivo è l’aggiunta dell’abilità di inserimento notifiche, in programma per giugno. Potenzialità delle notevoli ricadute pratiche. L’esempio fornito da David è questo: immaginate un ristoratore con un locale deserto. Notifiche di offerte speciali potrebbero immediatamente venire inoltrate a potenziali clienti. Un valore aggiunto quindi anche per chi interpreta in chiave professionale il programma, migliorando il valore della produttività aziendale a dei costi minimi.

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AppBuilder, infatti, propone quattro modalità d’uso: Business-to-consumer, attraverso il sito internet; Reseller, dove compagnie come agenzie pubblicitarie posso creare applicazioni per i loro clienti e inserirle nei rispettivi account iTunes; White label systems, in cui la tecnologia di AppBuilder figura sotto il nome di un altro brand; ed Enterprise.

I servizi offerti da AppBuilder prevedono il pagamento di una quota mensile o annuale, comunque assai contenuta rispetto a quella necessaria per lo sviluppo separato di applicativi iOS, Android e WP7. Sarà questo il nuovo approccio che renderà l’utente ancora una volta non solo consumatore ma produttore di servizi? Il web 2.0 ci ha insegnato a rileggere la democratizzazione dei mezzi di produzione, è arrivato il turno delle app? La risposta sempre positiva.

Via: fastcompany.com

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