Il buio oltre la siepe – Un classico senza tempo

“Il buio oltre la siepe” è un romanzo della scrittrice statunitense Harper Lee, pubblicato nel 1960; quest’opera, che valse all’autrice un immediato (e meritatissimo) successo sconfinato, è universalmente riconosciuto come uno dei Grandi Classici della letteratura del novecento.

Da esso fu anche tratto, due anni dopo la pubblicazione, un magnifico film, interpretato da un magistrale Gregory Peck, che pure fu immediatamente riconosciuto come un capolavoro assoluto.

Inizialmente ero indeciso se parlare del film o del libro; poi mi piacerebbe parlare di entrambi, e del perchè sono due opere che tutti dovrebbero assaporare, nella vita.
Cominciamo dal romanzo.

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La trama

La storia ha luogo nella minuscola cittadina immaginaria di Maycomb, in Alabama, in un arco di tempo di tre anni (1933-35), cioè nel pieno della Grande Depressione.
Gli eventi sono raccontati in prima persona, in forma di ricordo, dalla protagonista, Jean Louise Finch, detta Scout, la quale, ormai adulta (come si può dedurre dal modo di raccontare) scava nella propria memoria, riportando alla luce gli eventi che avrebbero condizionato tutto il resto della sua vita.

La storia segue un filo principale, il Grande Evento attorno cui il resto ruota, ma nel suo percorso vengono raccontate decine di micro-storie, dettagli, affascinanti e intriganti, degli abitanti di Maycomb; episodi che colpiscono il lettore, rivelando dettagli a volte importanti, a volte no, ma che sempre lasciano qualcosa dentro, svelando progressivamente l’anima di quei tempi e quei luoghi.
La narrazione, comunque, segue le vicende di Scout, di suo fratello maggiore Jem e del loro amico, Dill, i quali verranno coinvolti, come tutta la popolazione locale, da un caso giudiziario capace di sconvolgere la tranquilla vita del posto: un uomo di colore, Tom Robinson, viene accusato dello stupro di una giovane donna bianca; a prendere le difese dell’uomo, quale avvocato d’ufficio, è proprio Atticus Finch, padre di Scout e Jem, e personaggio chiave dell’intero romanzo.
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Parallelamente a questi eventi, i bambini scoprono, un po’ alla volta, il mistero di “Boo” Radley, loro vicino di casa, una presenza invisibile il cui peso nelle vicende, però, si rivelerà sempre più importante.

Attraverso un mare di esperienze, alcune dolci, altre incredibilmente amare, seguendo il processo, insieme agli eventi che vi ruotano attorno, con la semplicità e l’ingenuità propria dei bambini, Jem, Scout e Dill affrontano un percorso di crescita intenso e potente che travolte il lettore in modo incredibile.

Il film

Il successo del romanzo fu immediato e travolgente: nello stesso anno in cui venne pubblicato, la sua autrice vinse il Pulitzer a mani basse e, nemmeno due anni dopo, venne realizzato il film – è da capire che si tratta di tempi incredibilmente brevi, soprattutto per l’epoca, a testimonianza dell’immensa popolarità che l’opera guadagnò, negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

Accade spesso che un film perda molto rispetto al racconto da cui è tratto, che lo impoverisca, che lo sprechi.
Non è questo il caso.

Ovviamente, la trama è estremamente semplificata: laddove il romanzo racconta, nei tre anni dei suoi eventi, un profondo e realistico spaccato di vita, immergendo il lettore in un altra epoca, il film si focalizza maggiormente sugli eventi chiave della storia, ovvero il processo a Tom Robinson e il “mistero” di Boo Radley.
Tutti i personaggi secondari, insieme ai personaggi di supporto, vengono così tagliati e si perdono, certamente, scene magnifiche; eppure, il film rimedia eccellentemente: quella porzione di storia su cui si focalizza è diretta e interpretata con magnifica abilità, e già da sola provoca un impatto emotivo senza pari.
Come dire, meno storia, ma raccontata con totale intensità.

L’anno della sua uscita, il film fece razzia di premi e riconoscimenti, del pubblico e della critica, e specialmente acclamata fu l’interpretazione di Gregory Peck, qui nei panni di Atticus Finch, vero protagonista della pellicola; Peck, che già allora era un personaggio amato dal grande pubblico, divenne, dopo questa sua magistrale interpretazione, un’icona, un simbolo: divenne l'”uomo giusto” per antomonasia, un punto di riferimento morale.
La cosa più interessante è che, a detta di chiunque abbia mai lavorato con lui o che lo abbia anche solo conosciuto, Peck si lanciò a capofitto in questa impresa perchè, dissero, interpretando Atticus Finch, egli ebbe l’opportunità di interpretare se stesso.
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Il titolo

Il titolo originale dell’opera rende, con tanta più efficacia di quello italiano, lo spirito, l’essenza del racconto.
In origine, esso infatti è “To kill a mockingbird”, cioè “Uccidere un usignolo”; la frase è presa da un discorso che Atticus fa ai figli, spiegando loro che mai, per nessuna ragione, bisognerebbe far danno a un usignolo, una creatura innocua che in nessun modo arreca danno all’uomo.
Questo discorso diventa, ben presto, una chiara metafora: è dovere e responsabilità, per chi è più forte, proteggere anche chi è più debole; è un peccato imperdonabile, viceversa, fare danno a chi non può difendersi.
Un insegnamento che si radica con potenza attraverso un messaggio che non può essere frainteso.

In conclusione

Ci sarebbe molto altro da dire, sia sul romanzo che sul film. Analizzandoli, se ne potrebbe parlare per ore.
Certo è che entrambi sono realizzati con uno stile praticamente perfetto, che avvince il lettore, o lo spettatore, trascinandolo nella storia con un coinvolgimento raro e magnifico.
A tutt’oggi, sono opere consigliate da personaggi di spicco, siano essi politici, giornalisti, scrittori, registi o quant’altro, soprattutto per i bambini; con facilità e immediatezza, infatti, sia il libro che il film insegnano qualcosa, rivelano un pezzo di mondo, un frammento di vita, che è importante conoscere, capire, ma lo fanno con una dolcezza che permette di avvicinarsi anche ai duri argomenti qui trattati.

Leggete il libro. Guardate il film.
Se avete figli, fatelo con loro.

E se lo farete, quando lo farete, fatelo con la mente aperta, pronti a riconoscere i vostri limiti, le vostre paure, e che le parole di Atticus Finch possano arricchirvi come già hanno fatto con così tanta gente.

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