Dr. Horrible’s Sing-Along Blog – Il capolavoro delle “web series”

Il “Dr Horrible’s Sing-Along Blog” è un musical tragicomico in tre atti, scritto e diretto da Joss Whedon, prodotto esclusivamente per la distribuzione in rete, realizzato nel 2008.
Lo show tratta delle disavventure del Doctor Horrible, uno scienziato geniale e criminale interpretato dall’eccezionale Neil Patrick Harris, della sua nemesi, il supereroe Captain Hammer, interpretato da Nathan Fillon, e della ragazza di cui il dottore è innamorato, la dolce e ingenua Penny, interpretata da Felicia Day.

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Immagine: Locandina promozionale dell’opera

E prima che uno di voi possa alzarsi e dire “Eh, ma a me i musical non piacciono!” si fermi subito! Questo NON è un musical come gli altri.
E se siete anche solo lontanamente membri del Club dei Nerd, allora DOVETE andare fino in fondo.

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La trama

La storia è dipinta, per toni, costumi e colori, come una parodia del genere supereroistico: ogni figura ricalca infatti gli stereotipi del genere.

Il Dr Horrible è un abilissimo scienziato e aspirante super criminale, che racconta le sue avventure nel suo video blog.
Come ci racconta, il dottore è deciso a tutti i costi a entrare a far parte della Malvagia Lega del Male, un’organizzazione di super criminali guidata dal temutissimo Bad Horse, il Purosangue del Peccato; nei suoi tentativi di farsi notare, tuttavia, ci rivela come ogni suo piano sia puntualmente sventato da Captain Hammer, un borioso e vanaglorioso supereroe, la sua nemesi.
Contemporaneamente, il dottore fa un’altra confessione: è perdutamente innamorato della bella Penny, una ragazza conosciuta in lavanderia e alla quale, a causa di una timidezza terminale, non riesce in nessun modo a rivolgere la parola.
Per quanto concerne la sua carriera, però, le cose sembrano finalmente promettere bene: proprio quando sta finendo di mettere a punto il suo temibile raggio congelante, il dottore riceve una lettera dalla Lega, nella quale gli viene comunicata la possibilità di entrare se riuscirà a portare a termine un colpo eclatante.
Così, il nostro si prepara a rubare l’ultimo materiale necessario a completare la sua arma, il “wonderflonium” (traducibile più o meno come “meraviglionio”) ma, nel procurarselo, provoca la conoscenza accidentale dell’odiato Captain Hammer, che era intervenuto per fermarlo, e Penny, che si trovava in zona in cerca di firme per creare un rifugio per i numerosi senzatetto della città.
Tra i due nasce del tenero, e così per il dr Horrible sorge un nuovo motivo di preoccupazione.
I diversi obiettivi del dottore cominciano a confluire così verso un unico, malvagissimo piano..

Genesi dell’opera

Il “Dr Horrible” nasce per gioco e per caso.
Durante lo sciopero degli sceneggiatori americani del 2007-8, molti telefilm e sit-com dovettero interrompere le riprese, lasciando un mucchio di registi e attori ad annoiarsi nell’attesa che i produttori e gli sceneggiatori trovassero un accordo.
Tra questi artisti annoiati c’era Joss Whedon che decise, insieme al fratello, di divertirsi a creare un prodotto con il solo fine dell’intrattenimento, senza alcuna idea di guadagno; così fu approntata la sceneggiatura iniziale per un musical a bassissimo costo (Whedon investì, di tasca sua, 200.000 dollari nell’impresa, che per un progetto del genere sono pochissimi) e si unirono, uno dopo l’altro, diversi attori che avevano, con il famoso regista, rapporti di amicizia.
Il tutto fu scritto, diretto e montato in tempi rapidissimi, non avendo alcuna produzione a fare pressioni o esigere tagli, e poi distribuito gratuitamente su internet – motivo per cui potrete gustarvi senza problemi l’opera su youtube.
Entro l’anno successivo, il video era già diventato virale e famosissimo, vincendo orde di premi di ogni sorta; tale ne fu il successo che, più tardi, la serie fu prodotta in DVD con commenti del cast ed altri extra il che, insieme al merchandise, portò, contro ogni idea  iniziale, un guadagno (anche se marginale).

Le canzoni

I brani musicali dell’opera sono fantastici.
Le canzoni sono orecchiabili, magnificamente interpretate e dai testi acuti e ingegnosi.
Ogni pezzo è perfettamente azzeccato rispetto all’avanzare della storia e il mutare progressivo dei temi musicali rende perfettamente il parallelo evolversi dei toni dela storia, che da un inizio spensierato e leggero va facedosi più cupa e cinica.
La lista dei brani – che vi consiglio di ascoltare anche a sè stanti, essendo veramente belle canzoni – è questa:

Primo atto

– Dr. Horrible’s Theme (strumentale)
– My freeze ray
– Bad Horse Chorus
– Caring Hands
– A Man’s Gotta Do

Secondo atto

– Dr. Horrible’s Theme (strumentale)
– My Eyes
– Bad Horse Chorus (reprise)
– Penny’s Song
– Brand New Day

Terzo atto

– Dr. Horrible’s Theme (strumentale)
– So They Say
– Everyone’s a Hero
– Slipping
– Everything You Ever/Finale
– End Credits

Giudizio complessivo

Premetto che sono un nerd fatto e finito e che, considerando che Joss Whedon è ormai universalmente riconosciuto come il dio dei nerd, certamente il mio giudizio è di parte.
Fatto sta che reputo il Dr. Horrible’s Sing-Along Blog un capolavoro, un vero e proprio pezzo da Maestri.

Neil Patrick Harris recita in modo magistrale – non per nulla il grandissimo attore ha ormai ricevuto riconoscimenti a badilate, dal pubblico e dalla critica; Nathan Fillon e Felicia Day (che, oltre ad esserne amici, avevano lavorato con Whedon in diverse produzioni, a partire dai giorni di Buffy l’ammazzavampiri) riescono perfettamente a tenergli dietro, creando un cast affiatato e perfettamente sincronizzato.
Benchè realizzato con poche risorse, poi, il prodotto è gestito ottimamente: montaggio, fotografia, tutto è impeccabile, con tempi brevi e perfettamente ritagliati.
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Un’altra nota a favore è l’idea stessa che c’è dietro la storia: da un lato abbiamo una parodia, evidente e geniale, del genere delle storie dei supereroi; gli stereotipi del genere, a partire dal borioso supereroe adorato dal pubblico e continuamente premiato dal sindaco, fino alla Lega dei super malvagi, sono palesi ed efficaci. Chiunque abbia mai letto un fumetto del genere, potrà gustare i tanti, piccoli riferimenti sparsi ovunque.
Più sottile, ma comunque evidente, è invece la critica satirica che Whedon muove sia al genere che all’ideologia che vi è dietro.
Il dr Horrible è un protagonista magnifico: è umano, e la sua storia è commovente e struggente, a ben vedere. È un uomo, con tutte le sue debolezze, che è nato privo di poteri o risorse speciali: tutto quello che ha, lo ha creato con le sue mani, puntando tutto sulla sua determinazione e sul suo idealismo; inoltre si pone come il classico criminale, ma in fondo è un idealista: il suo scopo, infatti, è “curare” il mondo, che trova corrotto, malsano, a volte anche incomprensibile.
Questa crociata del dottore è, ovviamente, inattuabile: si muove su delle idee astratte, e se anche dovesse farcela, questo non farebbe di lui nulla più di un dittatore o un criminale; ma lui ha bisogno di crederci, perchè ha bisogno di sperare di poter fare qualcosa per migliorare il mondo. È un uomo sensibile, spaventato, insicuro, ma fondamentalmente dolce e compassionevole – in tutta la sua carriera, nonostante i toni da gradasso, non è mai stato capace di far del male a nessuno e quando gli si propone di commettere un omicidio impallidisce e va nel pallone. Fondamentalmente il dottore lotta per se stesso, perchè non vuole arrendersi all’idea di un mondo che non può capire. La più grande nota di umanità, poi, la cogliamo quando, nel presentarsi a Penny, si rivela per quel che è: non il Doctor Horrible, ma Billy. Non più il personaggio, ma la persona, un ragazzo fragile e dolcissimo.
Il suo nemico, Captain Hammer, è un’altra figura magnificamente disegnata: è lo stereotipo del perfetto supereroe, apparentemente: è invulnerabile, super forte, veloce, astuto. Nulla può ferirlo o turbarlo! Eppure, vediamo che, così come Billy mette una maschera per proteggersi e nascondere la sua fragilità e le sue paure, così Hammer, che non sembra nemmeno aver bisogno di un’identità segreta, non è altro che un fantoccio pieno di niente: è borioso, arrogante, vanitoso ed egoista. Non combatte il crimine per aiutare le persone, lo fa per mettersi in mostra e sentirsi superiore. Lo fa perchè può, perchè tanto è nato dotato di poteri superiori, che lo fanno sentire in diritto di porsi al di sopra del resto dell’umanità. Addirittura, veniamo a sapere che Hammer non sa nemmeno bene cosa sia il dolore, come sia fatto; nulla più di questo potrebbe renderlo non-umano, distante da noi. Eppure, è Hammer che il popolo idolatra, e le sue spacconate, anche se spesso si rivelano essere più pericolose per gli innocenti spettatori che per i criminali che affronta, vengono elogiate come mirabolanti imprese. Come fare a non odiarlo?
C’è poi Penny. Penny è un’ingenua idealista, forse: gira per la città raccogliendo firme per salvare i senzatetto, si fida di chiunque, crede fermamente che in ogni persona ci sia del bene, che tutti in fondo siano brave persone. È una ragazza fragile quanto Billy, molto insicura e timida, e tutta la sua vulnerabilità viene fuori con una semplice frase, nella canzone “So They Say”, quando dice “Forse finalmente ho trovato un rifugio”. Una sola frase che, inserita nel contesto, colpisce come una cannonata. Eppure, con tutta la sua debolezza, con tutta la sua incapacità di riconoscere il male quando ce l’ha di fronte, Penny è forse il personaggio più forte, più sincero, più puro dell’opera.
Infine, c’è la popolazione, che fa da sfondo tra operai, barboni e fan del capitano; la gente qualsiasi, insomma. Mostrati qui come creduloni disperati: forse per combattere la paura di una società malata, seguono ciecamente qualsiasi figura si erga forte e sicura. Captain Hammer è il più potente? Ed ecco, è venerato come un dio in terra, ogni cosa che fa è giusta e sacra? Arriva un criminale più forte di lui? E come niente, è il criminale a essere osannato e amato. La gente, sembra voler dire Whedon, ama e segue chi è forte, chi si prende l’amore con la forza. Ma è solo apparenza: la verità è che le persone hanno paura, e cercano qualcosa in cui credere.

L’opera è agrodolce, commuove e diverte insieme. È difficile dire cosa lasci: fa pensare molte cose, e non cerca in nessun modo di dare un giudizio finale, di dirci cosa fare o cosa pensare. Non vuole arrogarsi un ruolo di scala morale. Ci mostra delle persone, e ci lascia  a riflettere sui ruoli e i personaggi che scegliamo di interpretare nella vita.

Vi consiglio caldamente di vederlo, in fondo non dura nemmeno molto (poco più di 45 minti).
Qui il link alla versione di youtub integrale, sottotitolata in italiano.

Buona visione.

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