Il fattore delta – Azione, violenza e sesso in stile hard-boiled

“Il fattore delta” è un romanzo thriller/hard-boiled del 1967 scritto da Frank Michael Morrison Spillane, in arte Mickey Spillane.

Il fattore delta

Immagine: Copertina del libro


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La trama

L’inizio ha luogo ai tempi della guerra fredda, negli Stati Uniti.
Morgan, detto il Razziatore, è un criminale duro, feroce, spietato e sconvolgentemente abile, quasi una leggenda nell’ambiente. Da tempo, Morgan, identificato come il geniale autore di una rapina da quaranta milioni di dollari, uno dei più grandi colpi di sempre, è scomparso, facendo perdere ogni traccia di sè, fino a che, per un caso completamente fortuito, viene catturato, anche se, inutile dirlo, dei quaranta milioni nessuna traccia.

Una volta catturato, a Morgan è offerta un’opportunità di vedersi ridotta la pena: una situazione di estrema crisi si profila all’orizzonte, e il governo ha bisogno di un agente speciale; gli occorre un uomo abile, intraprendente, che conosca il mondo sotterraneo della criminalità, in grado di infiltrarsi in ambienti pericolosi, capace di gestire le situazioni di crisi più estreme e che non sia restio a fare ricorso alla violenza.
E ovviamente, quell’uomo è Morgan.
La missione è questa: un abilissimo scienziato americano è stato rapito da terroristi – presumibilmente filo-sovietici – e nelle mani sbagliate, le sue competenze potrebbero essere fornire al nemico la carta vincente nel conflitto ideologico che, in quegli anni, divideva il mondo in due. Lo scienziato, secondo fonti attendibile, è prigioniero in un fortilizio di una piccola dittatura caraibica, il cui comandante non ha ancora dichiarato apertamente da che parte vuol stare. A Morgan, dunque, toccherebbe di raggiungere l’isola, raggiungere lo scienziato e, a seconda delle possibilità, riportarlo a casa o ucciderlo perchè non lasci cadere le sue conoscenze in mani sbagliate.
Morgan accetta per ragioni tutte sue – è subito chiaro che, se volesse, potrebbe subito sparire e far perdere le proprie tracce, ma è altrettanto palese che l’uomo ha i suoi interessi in questa faccenda.

Da subito, a Morgan viene affiancato un agente speciale della CIA, la bellissima e sensuale Kimberly Stacy, che dovrà tenerlo d’occhio per assicurarsi che l’incallito criminale non mandi a monte la missione; il rapporto tra i due non è facile: Morgan è un uomo duro, selvaggio, maschilista e rude, e da subito non nasconde il suo interesse carnale nei confronti della donna, rendendole spesso la vita difficile.
Morgan inizia dunque le sue indagini personali: mentre i servizi segreti sono convinti di starlo sfruttando, è chiaro come sia in realtà il Razziatore a usare loro per i suoi fini.

Quando poi i due agenti speciali raggiungeranno la loro meta, scopriranno nella piccola isola caraibica un groviglio di complotti e feroci giochi di potere tale da tenerli impegnati al massimo delle loro capacità.
E fino all’ultimo, sarà uno il vero interrogativo: qual è i vero gioco di Morgan il Razziatore?

Il Razziatore di Spillane

Vi avviso da subito: la narrazione è politicamente scorretta.
Morgan il Razziatore è un personaggio affascinante, senza dubbio, ma è anche un criminale senza scrupoli e, per molti aspetti, un terrificante essere umano.
Per l’omicidio e la violenza sono strumenti perfettamente legittimi per ottenere ciò che vuole; si considera in qualche modo al di sopra del resto dell’umanità, date le sue incredibili capacità, e vive come un lupo in mezzo a un gregge di pecore.
A peggiorare il tutto, soprattutto nell’ottica dei tempi moderni – ricordiamo che il romanzo fu scritto negli anni ’60 – c’è l’approccio maschilista del personaggio: le donne sono poco più che oggetti di piacere, che hanno il dovere morale di sottostare alla forza superiore dell’uomo; addirittura, in uno scambio di battute, Morgan minaccia Kim, la sua compagna di avventura, di poterla “prendere” quando più ne avesse voglia, conseziente o meno; benchè come poi risulterà la minaccia fosse solo un espediente per tenere la ragazza sulle spine e spaventarla, fa ben capire il tipo di persona con cui abbiamo a che fare.

spillane

Nella foto: Mickey Spillane

Conoscendo l’autore, tuttavia, tutto questo non deve stupire.
“Mickey” Spillane fu un autore brillante e prolifico, riconosciuto, insieme a Chandler ed Hammett, come uno dei padri del genere hard-boiled, noto per essere stato un cinico, un disilluso, aggressivo e determinato.
La differenza fondamentale tra Spillane e i suoi personaggi, a quanto pare, era piuttosto ridotta; nel caso di Morgan, questa differenza era la vita criminale di Morgan.
Spillane, da parte sua, non si limitava infatti a scrivere: egli visse una vita ricca d’azione e pericolo; collaborò con le agenzie federali in diverse missioni, riportando numerose ferite, tra le tante imprese di cui si fece protagonista.

Spillane era un maccartista durante la “caccia alle streghe” contro i sovietici; fu un accanito sostenitore del ruolo “tradizionale” della donna in famiglia, contrario ai principi di emancipazione.
Si sposò tre volte; in tutti i casi si trattava di donne molto più giovani di lui, sempre bellissime.
Spesso venne accusato, da critici e colleghi, per il suo stile feroce ed esplicito, mancante di finezza e eleganza. Spillane replicò che “Si vendono più noccioline tostate che caviale.” e che in fondo a lui dei critici non importava niente, quello che contava era intascare le sue royalites.
In generale, era lo stereotipo del conservatore americano “duro e puro”.

Eppure, tutto questo non dovrebbe condizionare la qualità dell’opera: a prescindere dalle ideologie, “Il fattore delta” è un romanzo che tira dritto per la sua strada, mantenendo l’attenzione incollata alle pagine.
L’azione è descritta fantasticamente, i personaggi ottimamente caratterizzati, lo stile ruvido e pungente che non può non piacere agli amanti del genere. La storia in generale si sviluppa bene: la trama è coerente, chiara, senza nulla togliere ai notevoli e ben piazzati colpi di scena.
E il finale è decisamente sorprendente.
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Giudizio complessivo

In sostanza, “Il fattore delta” è un buon libro di genere.
Se non amate l’azione frenetica, le scene di tensione, gli intrighi politici e militari, i personaggi duri e cattivi e dialoghi taglienti come rasoi, allora questo libro non fa per voi.
In caso contrario, è un pezzo che non dovrebbe mancare alla vostra collezione.

Ah, e per chi si fosse chiesto il significato del titolo, beh, non è complicato.
Si tratta del simbolo freudiano di ciò che, secondo la bella Kim, è il vero punto debole di Morgan, la sua grande debolezza così come lo è, ahimè, della maggioranza degli uomini.. e chi ha orecchie per intendere, intenda.

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