Eragon – Quando Star Wars e il Signore degli anelli si incontrano (male).

“Eragon” è un romanzo fantasy scritto dall’americano Christopher Paolini nel 2002, primo capitolo della saga dell'”Eredità”. Il romanzo segnò l’esordio di Paolini nel mondo della letteratura – l’autore aveva, all’epoca, quindici anni – e divenne, a poca distanza, un best seller e fenomeno letterario.
Immeritatamente.

eragon

Copertina del libro


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La trama

Eragon è un giovane orfano che vive, insieme allo zio, in un villaggio tranquillo e isolato, povero ma sereno. La sua vita cambia quando trova una misteriosa pietra blu che scoprirà essere l’uovo di un drago! Questo pone il ragazzo in immediato pericolo: il malvagio tiranno Galbatorix, re crudele delle terre conosciute, ha infatti distrutto anni addietro l’ordine dei Cavalieri dei Draghi, restandone l’unico membro; per questo, il sovrano invia subito i suoi emissari a catturare Eragon e, soprattutto, Saphira, il suo drago.
Eragon è quindi costretto a fuggire con Brom, un misterioso vecchio che, fino a quel momento, tutti crevano essere solo un innocuo vecchio bislacco ma che si rivela essere l’ultimo Cavaliere dei Draghi superstite.
Durante il viaggio, Eragon decide di liberare Arya, una nobile elfa, importante membro della resistenza ribelle che si oppone all’impero, catturata dai servi di Galbatorix.
Il ragazzo dovrà quindi riuscire a salvare la ragazza, unirsi ai ribelli e scoprire il segreto di Galbatorix e la verità sulle sue stesse origini, con l’aiuto del drago Saphira, che diventa suo fedele e inseparabile compagno.

C’era una volta, in una galassia lontana..

Io ho cercato di raccontare la trama nel modo più imparziale possibile, evitando di fare del facile sarcasmo, ma a un certo punto diventa impossibile.
Se qualcuno di voi ha mai visto Guerre Stellari, forse alcuni di questi elementi gli saranno noti:
Una “principessa ribelle” porta con sè un oggetto molto importante per la resistenza; un generale del perfido impero, però, la cattura, ma la principessa, in extremis, riesce a mettere in salvo l’oggetto.
Tale oggetto viene trovato, per una incredibile coincidenza, dal ragazzo Designto dal Destino: questi è un orfano che vive con lo zio, ignaro di chi fossero i suoi genitori.
Intanto, il malvagio tiranno invia i suoi lacchè a dare la caccia al ragazzo, con l’intento non già di ucciderlo, ma di catturarlo: l’imperatore, infatti, intende usare il potere del ragazzo per i suoi scopi; arrivati al villaggio del ragazzo, questi ne massacrano la famiglia, ma il ragazzo riesce a sfuggire grazie all’aiuto di un misterioso vecchio che si scopre essere l’ultimo membro di un antico ordine di cavalieri-maghi, del quale l’imperatore stesso faceva parte. Anzi, il loro nemico era un ragazzo prodigio, il più potente dell’ordine, che impazzì e sterminò personalmente i suoi maestri, prendendo il potere. L’anziano cavaliere, però, porta in salvo il ragazzo e, dopo varie vicissitudini, riescono a trovare e salvare la principessa.
Seguendola, si uniscono ai ribelli, che si trovano in un rifugio nascosto; al termine del primo libro, il nascondiglio viene scoperto e ha luogo una terribile battaglia, nella quale sarà l’incredibile talento del ragazzo a salvare la situazione.
Ah, e i cavalieri combattono usando spade magiche colorate.

Ora, questa è fondamentalmente la trama di Eragon, eppure mi ricorda qualcosa. E a voi?

Una generale mancanza di originalità

Eragon non prende “ispirazione” a piene mani solo dalla saga di George Lucas: troviamo infatti numerosi “riferimenti” a tante altre saghe, soprattutto fantasy; si va dal Signore degli Anelli in primis, verso tutti i grandi classici di settore degli ultimi sessant’anni. E quando dico “ispirazione” e “riferimenti”, intendo ovviamente “scopiazzature a man bassa”.

L’intero romanzo è caratterizzato da una totale mancanza di originalità: ogni personaggio è stereotipato in modo imbarazzante, ogni situazione vista e rivista, ogni meccanica fondamentalmente prevedibile.
Iniziando a leggere, chiunque abbia visto un po’ di film o letto un po’ di libri di genere, riuscirà senza errori a prevedere ogni evento delle pagine successive; non una sorpresa o un colpo di scena che non siano intuibili con mezzo libro di anticipo.
Anzi, in effetti UNA sorpresa c’è. Una sola: Eragon NON è il figlio di Galbatorix.

Successo immeritato

Nello stile, Paolini si salva rispetto al contenuto: benchè solo quindicenne, l’autore riuscì, all’epoca, a scrivere un’opera decente, almeno nella forma. Le descrizioni sono fatte bene, il testo nel complesso è scorrevole, l’impaginazione generale delle sequenze, degli eventi e dei dialoghi è sviluppata in modo accettabile. Ma non più di questo.
In sostanza, l’opera presenta uno stile più che sufficiente a confronto di un contenuto banale, frutto di un collage di immagini copiate, e idee a dir poco infantili.
Ma allora, come mai tanto successo?

Probabilmente il romanzo ebbe popolarità perchè attecchì presso un pubblico di giovani e giovanissimi lettori che non avevano alcuna esperienza di settore; ragazzi che non avevano mai visto Guerre Stellari e che non avevano letto alcun classico fantasy: una tale fascia di lettori non avrebbero potuto rilevare i difetti della trama, rimanendo invece appagati da uno stile scorrevole e veloce, adatto ai più giovani.
La voce si diffuse, e in breve Eragon divenne un caso internazionale, di quelli il cui nome vale più del contenuto effettivo, tanto che nel 2004 venne prodotto un film tratto dal libro.
Il film fu realizzato talmente male, che persino i fan del romanzo lo disprezzarono con tutto il cuore: recitato male, diretto malissimo e senza una buona coerenza con l’opera originale.
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Giudizio complessivo

La cosa migliore che posso dire di “Eragon” è che si tratta di un lavoro considerevole per un quindicenne; questo, però, non basta a farne un buon libro.
Paolini ha chiaramente le capacità tecniche, se non la fantasia: questo lascia sperare che in futuro possa comporre opere di qualità molto più alta; per quanto riguarda Eragon, però, non posso che dirmi deluso e imbarazzato dall’averlo letto.

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