Il Vendicatore – Intrighi politici, violenza e thriller all’americana

“Il Vendicatore” è un romanzo thriller scritto da Frederick Forsyth nel 2003.

AvengerNovel

Immagine: copertina americana del libro

La trama

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Calvin Dexter è un uomo apparentemente quieto e che conduce una vita ordinata e irreprensibile.
Un avvocato di provincia, poco più di cinquant’anni, Calvin ama tenersi in esercizio allenandosi instancabilmente nel triatlhon, tenere buoni rapporti con vicini e conoscenti e in generale sostenere uno stile di vita sano e bilanciato. Un uomo modello per la comunità, insomma.
Alcuni sanno anche che Calvin è un veterano del Vietnam, anche se non immaginano che tipo di missioni condusse in quella orribile guerra. Non sanno che Calvin, con il nome in codice de “La Talpa”, fece parte di una squadra speciale, i “Tunnel Rats”, con i quali per mesi portò avanti missioni che avrebbero messo a dura prova la sanità mentale e il coraggio di chiunque; non sanno che in quel lasso di tempo apprese con estrema abilità a sopravvivere e a uccidere, ad ingegnarsi per gestire le situazioni più improbabili e pericolose.
Inoltre, a molti è noto che Calvin, ora separato, aveva una figlia; le persone che lo conoscono bene sanno che la povera ragazza andò incontro a una fine orrenda causata per mano di una banda di criminali senza scrupoli. Le stesse persone ignorano, però, che Calvin non si arrese alla lenta e inefficiente legge; che decise di dare una spinta alla giustizia con le sue abilità e competenze.
E nessuno al mondo immagina che in seguito a tale esperienza, in un misto di bisogno di giustizia, desiderio di aiutare altri nella sua situazione e necessità di espiazione, Calvin abbia creato per sè una seconda identità, divenendo di fatto un cacciatore di taglie molto specializzato, una sorta di paladino della giustizia a modo suo.

In questo caso, però, le abilità del Vendicatore verranno messe a dura prova: stavolta, a chiedere il suo aiuto, sarà un potente e anziano uomo d’affari; durante la guerra del Kosovo, un disumano criminale di guerra ha commesso l’errore di trucidare, insieme a centinaia di altre vittime, il suo adorato nipote.
Zoran Zilic, mercenario, assassino e macellaio, è però scomparso, e la giustizia internazionale sembra incapace di mettergli le mani addosso; per questo motivo, il ricco e disperato Stephen Edmonds si rivolgerà al Vendicatore, sua unica speranza di portare il criminale alla giustizia.

Inizia così un avvincente caccia all’uomo che si snoda tra flashback, scene d’azione e approfondimenti di storia contemporanea, in cui la sorte di Calvin Dexter si intreccerà, inconsapevolmente, con eventi di portata globale.

Forsyth – storia, politica e azione adrenalinica

Per chi non lo conoscesse, Frederick Forsyth è un autore britannico di grande fama e indiscussi abilità e talento; prima di dedicarsi alla narrativa, Forsyth ha fatto esperienze non comuni come pilota (ruolo in cui distinse in più di un’occasione) e giornalista.
Nelle vesti di giornalista, soprattutto, Forsyth ebbe modo di vivere in prima persona scenari di guerra tra i più atroci; ha conosciuto la realtà della vita dei mercenari, ha vissuto fianco a fianco con guerriglieri e terroristi, ha indagato sui panni sporchi dei governi occidentiali coinvolti in guerre civili e insurrezione e quant’altro.
Per la sua mancanza di peli sulla lingua, incappò in non pochi problemi – dovette dimettersi, fu ostracizzato dal suo stesso governo, dovette spesso lottare contro una fortissima censura – fino a che, a quanto pare, realizzò che poteva comunicare tanto più facilmente con la narrativa, sulla quale politica e direttori di giornale, tanto per cambiare, avevano ben poco potere di veto.
“E per fortuna!” aggiungo io: dato il suo talento narrativo, la letteratura in generale è lieta di questa sua scelta.

Ne “Il Vendicatore”, quindi, troviamo un’abitudine tipica di Forsyth: alla narrazione, gestita in modo ineccepibile, egli mischia aneddoti, approfondimenti e digressioni che non solo non annoiano ma, al contrario, sono usati in modo perfetto per dare maggiore senso e coerenza alla storia e sono raccontati con estremba bravura, in modo avvincente e coinvolgente.
Leggendo questo libro, per esempio, ho avuto modo di apprendere moltissimi capitoli della nostra storia contemporanea, che mi hanno portato a indagare con accresciuto interesse – ho anche cercato di capire quanta della realtà storiografica del romanzo fosse “adattata” a fini narrativi e, devo dire la verità, l’autore ha cambiato talmente tanto poco che, tolti i nomi di personaggi politici coinvolti, potrebbe benissimo essere per intero una storia vera.
Leggendolo, potremo capire moltissimo di quali sono stati gli eventi che hanno definito, negli ultimi quarant’anni, la politica estera statunitense, e non solo (tra le altre cose, vi sono un paio di approfondimenti di politica estera che riguardano direttamente l’Italia, che val la pena conoscere).
L’intero lavoro è documentato in modo certosino, con la tipica attenzione giornalistica che Forsyth riserva alle sue opere, senza mai perdere di vista l’obiettivo effettivo della narrazione.
A tutto questo, aggiungete che l’azione è descritta in modo superbo; c’è suspence, c’è adrenalina e colpi di scena piazzati con magistrale talento.
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In sosanza, un libro adatto agli amanti del thriller, dello spionaggio e dell’azione, così come a chi invece preferisce la cronaca, la storia e/o gli approfondimenti politici.
Anche per i lettori meno appassionati, un ottimo libro “da vacanza”, scorrevole e capace di riempire facilmente le ore.

La domanda finale con cui ci lascia il libro, e che lascio qui senza spoilerare niente:
dove la lealtà a un’idea diventa più o meno importante di quella a un’istituzione?

 

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