La difficile opera di salvaguardia dei videogiochi, memorie di intrattenimento

Old Video Games

Foto: Old Video Games

Può sembrare semplice, all’apparenza, ma non lo è affatto. La conservazione dei videogiochi e delle tecnologie coinvolte è un’attività delicata. Perché? C’è un rapporto stretto e diretto tra le piattaforme adoperate e il software di gioco stesso, tale da impedire la preservazione dell’applicazione senza il mantenimento della struttura fisica che ne consente l’esecuzione.

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Un lavoro contro l’usura del tempo e il bisogno di spazio che cancella tutto ciò che si configura come obsoleto. Al tema si è dedicata anche la redazione di Gamasutra, sito rivolto agli sviluppatori di videogiochi, mettendo in rilievo i problemi, come la perdita di codice e di componenti, con cui musei e archivi si devono misurare. Degli approfondimenti d’inchiesta sono stati poi dedicati ai sistemi adottati da sviluppatori, editori e studi professionali per la salvaguardia del loro attuale lavoro in prospettiva futura.

Da questo punto di vista, l’attenzione verso il recupero dei materiali coinvolti nella realizzazione segna un considerevole progresso rispetto a quanto fatto negli anni 70′ e 80′. Avanzamento reso possibile anche grazie a memorie digitale sempre più capienti e servizi cloud-based.

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È un lavoro lungo e meticoloso quello della preservazione dei videogiochi, che richiede un sincero interesse verso l’alto valore storico delle nuove forme dell’arte dell’intrattenimento. Saranno gli sviluppatori di oggi così previdenti da assicurare al futuro la loro opera?

Via: kotaku.com

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