PANDORA – Capitolo 10

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Fissando il falso bambino, Nomus stava in piedi rigido, teso e tremante, i pugni contratti; dalla pelle, scintille elettriche si scatenavano occasionalmente, scaricandosi sul pavimento della caverna. Il Perduto prese ad emanare ondate di calore che costrinsero i suoi compagni ad allontanarsi da lui di qualche passo. Vejen, con voce rassicurante, gli disse:

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– Amico, ricorda al tua promessa. Ti chiedo solo di avere pazienza.
Nomus si voltò a guardarlo con estrema lentezza, gli occhi bronzei corrosi da un odio viscerale; poi, però, scontrandosi contro lo sguardo serafico del ragazzo, la rabbia sembrò lentamente smorzarsi e il Perduto riprese a respirare, lentamente, mentre riprendeva il controllo della sua energia. Vejen gli fece un cenno di conforto che sembrò rassicurarlo, e l’aria si fece più respirabile. Negato sospirò di sollievo e poi, senza smettere di tenere d’occhio la strega, la mano sempre pronta sul calcio della pistola, disse:
– Bene, e ora? Mi pare che ci siano un bel po’ di cose da chiarire: innanzitutto, da dove arrivano quei mostri? Tu, strega maledetta, dici che sono anche nostri nemici, ma perché? Poi, supponendo che sia vero, cosa abbiamo risolto scappando qui sotto? Siamo in un vicolo cieco! E poi chi sei tu, in realtà? – aggiunse, puntando un dito contro il falso bambino, la voce grondante di sospetto e ostilità – E di quale scelta parlavi?
Fu Hereza a rispondere, facendo cenno di seguirla nella caverna:
– Con ordine, risponderò a ogni vostra domanda, come promesso. Cercherò di riassumere, perché non so quanto tempo abbiamo: la barriera di ghiaccio, a quest’ora, si sarà dissolta, e cunicoli e gallerie non tratterranno quelle creature per molto tempo. Innanzitutto, non siamo in un vicolo cieco: abbiamo l’uscita proprio davanti a noi. – aggiunse indicando il Portale, silenzioso e immobile – Dobbiamo solo riaprirla. Non sarà facile: questo Portale è chiuso da molti secoli, ma ho elaborato un rituale che può permetterci di riaprirlo; per questo mi occorrevano alcuni degli ingredienti che a suo tempo, Negato, ti ho imposto di cercarmi.
Ricordando la sua passata schiavitù, Negato strinse i denti e le fece cenno di proseguire.
– Per quanto riguarda quelle creature mostruose, è un esercito di morti rianimati. Sono stati portati qui da un mio antico rivale, nemico mio e del mio ordine. Si tratta di un negromante assetato di potere; egli è arrivato qui, chiaramente, seguendo lo stesso percorso mio e del mio maestro: il suo obiettivo è questo Portale, come lo è per noi. Per nostra fortuna, tuttavia, egli è prudente e, prima di proseguire, si fermerà a consolidare il suo potere su questo mondo: quando ne avrà consumato l’essenza, alimentando e rinforzando la sua legione di morti viventi, solo allora si rimetterà in marcia.
Guardandola con orrore, Orrec disse, agitato:
– Stai dicendo che quei mostri stanno distruggendo il mio mondo? Ma mia moglie… il mio popolo…
Solo allora i presenti sembrarono accorgersi della sua presenza; il pescatore, disperato, cadde in ginocchio:
– Vi prego! Voi siete esseri così potenti! Ci sarà qualcosa che potrete fare! Vi supplico!
La strega gli gettò un’occhiata di disprezzo e fece per replicare qualcosa di aspro, ma il falso bambino la prevenne, dicendo:
– Questo farà parte della Scelta, umano.
Negato lo guardò con astio crescente. Disse, alternando lo sguardo tra lui e la strega:
– Questo spiega perché saremmo in pericolo anche noi, immagino. Ma cos’è questa storia della scelta? E si può sapere, allora, chi sei tu? È vero che hai sterminato il popolo di Nomus? E perché?
Il falso bambino sembrò riflettere un momento, gettandosi un’occhiata attorno: sembrava attendere qualcosa, ma non era chiaro cosa. Finalmente rispose:
– Chi sono io. Proverò a risponderti, ma non so quanto sarai soddisfatto, umano. La strega Hereza è convinta che io sia il Majnaggda, una figura messianica del suo culto; secondo lei, sono l’incarnazione di un’antica profezia e mio sarà il compito di svelarle i segreti dei Creatori, coloro i quali generarono Pandora all’inizio del tempo. Il Perduto crede io sia un assassino e un genocida. Non so quanto ognuno di loro abbia ragione, ma posso dirti questo: io sono l’araldo della morte. Io non ho mai ucciso nessuno, ma al mio passaggio la morte segue; io apro la porta, ed essa si propaga, raccogliendo la sua mietitura. Sono in viaggio da un tempo lunghissimo, e mi è difficile scegliere, nell’enorme distesa dei miei ricordi, spiegazioni che vi siano chiare o utili.
– E dove sei diretto, almeno, si può sapere? – chiese il cacciatore, acidamente.
– Sto solo seguendo il filo. Vado dove esso mi porta: non mi interrogo sulla mia destinazione, perché essa viene scelta per me. È stata scelta prima che il tempo iniziasse a scorrere, così come per voi. Non conosco la mia meta finale, né conosco il mio destino: mi limito a seguirlo, obbedendo alla mia natura. Tuttavia, Negato il cacciatore, posso dirti questo: che se condividerai il mio cammino abbastanza a lungo, e sopravvivrai alla morte che segue ogni mio passo, comprenderai ciò che sono. Per quanto concerne la Scelta, essa è nelle vostre mani: siamo arrivati a un nodo del filo, e ora molti eventi sono possibili; uno di voi dovrà prendersi incarico di quale percorso seguire e determinare il nostro destino.
Intervenne Vejen, in tono incuriosito:
– Quali sono le opzioni? Cosa dovremmo scegliere?
– Dovete scegliere del futuro di Pandora: qui e ora, esso dipende da voi. Uno di voi dovrà scegliere. Potrete cercarne la salvezza, il che richiederà di compiere un arduo sacrificio e imbarcarsi per un lungo viaggio. Potrete scegliere di restare e lottare contro il nemico che avete davanti, e probabilmente vincere, fermo restando che il nemico che è qui ora potrebbe non essere quello da cui dovrete veramente guardarvi. Potreste magari rassegnarvi alla vostra sorte, e rinunciare alle difficoltà. O affidarvi al caso, e andare dove la corrente degli eventi vi condurrà.
Nomus, Vejen, Negato e Orrec si fissarono, con ondate di emozioni contrastanti. Nomus prese un respiro e disse:
– Dopo che avremo fatto la nostra scelta, potremo batterci, io e te, una volta per tutte?
Il falso bambino lo osservò con quiete, rispondendo:
– Non vedo perché no. Tuttavia, per il bene dei tuoi compagni, forse preferirai aspettare che essi siano al sicuro. Dopodiché, sarà ciò che desideri.
– Allora, per quanto mi riguarda, voglio che sia Vejen a scegliere; non mi interessa altro che distruggerti, per il resto mi affido a lui, come promesso.
Negato lo guardò contrariato:
– Capisco che tu abbia la vendetta come chiodo fisso, ma che razza di ragionamento è? Non dovremmo decidere tutti insieme? Non capisco ancora bene cosa stia succedendo, ma mi pare che dovremmo scegliere con attenzione cosa fare!
Hereza gettò un’occhiata ai tunnel, dicendo:
– Vi conviene sbrigarvi: i morti arriveranno tra poco tempo. Che uno di voi scelga!
Orrec, confuso e piangente, si alzò tormentandosi le mani e chiese:
– C’è modo di salvare la mia famiglia?
Il falso bambino gli rispose:
– In questo momento gente di Vecchioconfine è stata già consumata dall’armata dei morti. Tuttavia, esistono delle possibilità di salvarli, se il filo te lo concederà. Quale possa essere la scelta che potrebbe permettertelo, tuttavia, dovrete appurarlo voi. Dunque?
Il pescatore si guardò le mani contratte, e di nuovo un soffio di preveggenza soffiò in lui: in quel momento seppe che una possibilità di salvare le persone che amava c’era; l’unica speranza era di affidarsi a chi avrebbe potuto aiutarlo. Guardando Vejen disse:
– Ragazzo, ti prego, aiutami! Aiutami a salvare mia moglie e la mia famiglia e io ti seguirò ovunque!
Negato, frustrato, ribadì il suo scontento, ma Vejen lo interruppe dicendo:
– Negato, loro hanno delegato la scelta a me; se tu ritieni di sapere cosa fare, dimmelo e io lascerò scegliere te anche a nome loro. Devi solo dirmi “io so cosa fare”, e ti seguiremo tutti.
Il cacciatore fissò il ragazzo, senza parole; una volta di più, la strega si morse un labbro, tormentata dal fatto di non riuscire a capire chi diamine fosse quel ragazzo, che le riusciva totalmente imperscrutabile nonostante i suoi grandi poteri. Negato, dopo un momento di silenzio, abbassò lo sguardo e disse:
– Non ne ho idea. Fai tu come meglio credi.
Annuendo, Vejen non esitò un istante:
– Falso bambino o come ti chiami, deciderò io, va bene? La mia scelta è salvezza, per noi e per il destino di Pandora. E adesso?
– Se la vostra scelta è questa, la via è semplice. Dovete semplicemente attraversare il Portale, e seguire la strada che vi verrà indicata. È la stessa strada che seguirò io, almeno per ora, così che non vi perderete facilmente.
Intervenne Hereza, agitata:
– Tutto questo tempo per decidere una cosa così ovvia… eppure c’è un problema: questo portale è chiuso da molti secoli; io ho iniziato un rituale per aprirlo, ma è ancora incompleto. Dovremo difendere la porta della caverna fino a che non avrò finito e…
– Non ce ne sarà bisogno. – le rispose Vejen con un sorriso – Io so come riaprire il Portale. Basta riposizionare i glifi che stanno alla base secondo la sequenza giusta, che io conosco, e poi infondervi energia. Ah, Nomus… puoi provvedere tu a questo?
Scrollando le spalle, il Perduto fece cenno di sì.
La strega, basita, lo fissò con acredine:
– Ma cosa… chi credi di essere tu? Come fai a conoscere queste cose? E poi non è così semplice: come vedi, il Portale si affaccia su un bacino d’acqua; avevo escogitato un paio di rimedi per me e per il Majnaggda, ma non posso trasportare tutti noi! Come pensi di…
In quel momento, Orrec puntò un dito verso una galleria e disse, spaventato:
– Per gli dei, una nave! Una nave!
Lentamente, seguendo le lanterne disposte lungo le pareti rocciose, una nave nera e affusolata si introdusse nel bacino sotterraneo; Nomus riconobbe il profilo della Tagliacuori e disse, con un ghigno tetro:
– Pare che non siamo gli unici ad essersi salvati dall’armata dei morti. Abbiamo una nave, a quanto pare, strega.
Sul ponte dello scafo nero, una torcia in mano, c’era Yiren che, affiancata da Phonse, osservava a bocca aperta la situazione.

Vejen guidò i suoi amici nella riattivazione del Portale, ruotando antichi meccanismi e glifi, mentre spiegava alla donna pirata e al suo equipaggio una versione essenziale della situazione. Hereza, gelida e inferocita, fece buon viso a cattiva sorte, e contribuì ai lavori; di lì a poco, tuttavia, un frastuono inquietante segnò l’imminente arrivo dei loro mostruosi nemici.
Guidati da Hereza, alcuni pirati si affrettarono a tirar su una barricata davanti all’unica entrata della caverna, che la strega incantò con un sortilegio, rendendola solida come una barriera di cemento armato. Finalmente, con un urlo entusiasta, Vejen avvertì tutti che il Portale era riallineato, e Nomus si preparò ad infondervi nuova energia.

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Mentre queste cose avvenivano nelle viscere della terra, una figura, trasportata su un macabro trono d’ossa da una falange di guerrieri scheletrici, marciava in trionfo sulle rovine bruciate di Vecchioconfine. Il negromante, soddisfatto da quel primo trionfo, si alzò in piedi, facendo cenno a un servitore di farsi avanti.
– Allora, Hosmah, qual è  la situazione?
Hosmah, a differenza dei normali legionari d’ossa, aveva ancora un’anima, gentile concessione del negromante ad alcuni suoi servitori; poteva ancora provare terrore, dolore e disperazione, ma niente di tutto ciò poteva incrinare l’eterna lealtà che era costretto a provare per il negromante.
– Mia potenza, abbiamo individuato la posizione del Portale; alcuni nemici, tuttavia, hanno ostacolato l’avanzata dei legionari. Quali ordini, o potenza?
Il negromante si guardò intorno, meditabondo. Dunque aveva visto bene: Hereza lo aveva preceduto! Con un sogghigno, si disse che non era un problema: avrebbe regolato i conti con lei più tardi.
– Ordina pure ai legionari di ritrarsi: dobbiamo conservare le forze. Ordina ai tuoi compagni di prepararsi: entro cinque tramonti, voglio che questo intero mondo sia in mano nostra, è chiaro? Alla sesta alba, ripartiremo. Il tempo è venuto, Hosmah: entro breve, marceremo dritti fino al Cuore di Pandora, e tutto sarà come sempre avrebbe dovuto essere.
Rimettendosi a sedere, il negromante guardò la sua sconfinata armata spargersi come un vento pestilenziale su quel mondo in rovina, soddisfatto come un gatto.

Continua nel capitolo 11 dove…

1. I nostri eroi riattivano finalmente il Portale, che li condurrà verso un nuovo mondo, dove potranno riprendere fiato. Cosa contraddistinguerà la loro nuova meta?

nuovalon062Antiche rovine.
nuovalon063Una città galleggiante.
nuovalon064Magiche creature.
nuovalon065Ricchezza e prosperità.

2. Una volta raggiunto il nuovo mondo, i nostri hanno finalmente il tempo di continuare il loro confronto. Cosa accadrà di certo?

nuovalon062Negato si vendicherà di Hereza.
nuovalon063Nomus affronterà il falso bambino.
nuovalon064Verrà stretta una bizzarra alleanza.
nuovalon065Le strade si separano.

3. Che affinità potrà mai esserci tra Yiren e Vejen?

nuovalon062Amore a prima vista (almeno per uno dei due).
nuovalon063Come cane e gatto.
nuovalon064Plateale indifferenza.
nuovalon065Nasce una bella amicizia.

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