Il tostapane delle meraviglie

C’era una volta un tostapane magico di nome Gino.
Per la precisione, era un tostapane delle meraviglie: mentre tostava il pane, infatti, poteva esaudire fino a due desideri e mezzo alla persona che aveva messo a tostare il suddetto pane.
Purtroppo, Gino non aveva il dono della parola, per cui non poteva spiegare a nessuno i suoi poteri, e la gente, ignara, si limitava a usarlo per tostare il pane, sprecando una moltitudine di desideri e mezzo.

Il magico tostapane Gino!
Il magico tostapane Gino!

Un giorno, tuttavia, accadde una cosa bizzarra, improbabile e obliqua: un bambino di nome Armanda, infatti, mise a tostare il pane e, tra sé e sé, parlò ad alta voce; disse:
– Desidererei tanto sapere se questo tostapane ha dei poteri magici!
Questa, ovviamente, era la formula magica per chiedere un desiderio e subito il tostapane Gino si illuminò di mille fantasticissimi colori e, animato dalla magia del desiderio, potè finalmente rispondere!
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– Ebbene, bambino Armanda, io HO dei poteri magici! Puoi esprimere infatti due desideri e mezzo, e io li esaudirò volentieri per te! Purtroppo ne hai appena usato uno, ma ne hai ancora un altro e mezzo.
Il bambino Armanda si fece assai pensoso e chiese:
– Che significa un desiderio e mezzo?
– Significa che dopo il secondo desiderio, ne potrò esaudire solo mezzo. Ma devi sbrigarti! Il pane è quasi tostato, e una volta finita la tostatura, non potrò esaudire altri tuoi desideri!
Il bambino Armanda si fece prendere dal panico: aveva pochissimi secondi per decidere!

Un signore con cilindro, mantello e bastone perchè sì.
Un signore con cilindro, mantello e bastone perchè sì.

Con un respiro profondo disse:
– Il mio secondo desiderio è che voglio inifinito tempo per esprimere i miei altri desideri!
E subito PLIM PLAM PLUM CASABLANCA! il tostapane Gino obbedì: la tostatura si bloccò e magimagia, il bambino Armanda ora aveva tempo di pensare.
Il tostapane Gino disse allora:
– Bene, bravo! E qual è il tuo mezzo terzo desiderio, o bambino Armanda?
Con un sorriso di trionfo, il bambino Armanda alzò un dito al cielo, esultante, e disse:
– Desidero poter esprimere infiniti desideri!
E subito PIM PAM PORUM ALAKAZAM! il tostapane Gino obbedì a metà.
Con un sospiro, disse:
– E anche questa è fatta. Ho mezzo esaudito il tuo desiderio: ora puoi esprimere infin.
Il bambino Armanda lo guardò incerto, dicendo:
– Cosa?
– Come ho detto, posso esaudire solo metà dell’ultimo desiderio. Ora puoi esprimere inf. Non posso fare altro. Ma è stato un piacere: ora perdonami, ma devo andare. Il mio pianeta ha bisogno di me!
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Con queste parole, il tostapane Gino si scoprì essere un alieno, imprigionato in esilio sulla Terra, condannato alle spoglie di un tostapane fino a che avesse esaudito i suoi due desideri e mezzo. Il bambino Armanda ci rimase male, ma non per molto: pochi mesi dopo, Gino, che in realtà non era un tostapane ma l’imperatore della razza aliena Slorgvczz, giunse a capo della sua flotta imperiale distruttrice e annientò la terra, e tutti gli Slorgvczz vissero per sempre felici e contenti.

La morale

La morale della storia è che, quando ti fanno una domanda, ti conviene pensare in fretta, parlare attentamente e, nel dubbio, distruggere i tostapani parlanti.

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