Un birrificio in Alaska produce energia dai propri scarti organici!

Alaskan-Brewing-Company

Foto: AK Brewing 2

La crisi ha colpito un po’ tutti i settori, per qualcuno però non è stato un alibi ma un’opportunità. Un esempio di questo è l’iniziativa dell’Alaskan Brewing Company, un birrificio situato in Juneau, il capoluogo dello stato americano raggiungibile ancora oggi solo tramite nave o aereo, che ha ben pensato di utilizzare gli scarti della produzione della birra come fonte di energia.

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Uno dei sottoprodotti della produzione della birra è infatti il malto d’orzo che, dopo aver dato il suo contributo alla fermentazione del mosto, si degrada in una informe biomassa umida. Questi scarti sono inviati poi a fattorie o aziende agricole diventando poi concime o fonte di proteine nei mangimi per il bestiame, con costi elevati per il trasporto data la posizione goegrafica del birrificio.

Per questo l’Alaskan Brewing Co. ha pensato di utilizzare questi scarti in un processo interno di riciclaggio. Con l’aiuto di fondi (circa mezzo milione di $) del “Federal Rural Energy for America Program” (Programma Energia Rurale per l’America) ha creato uno speciale sistema di caldaie per utilizzare gli scarti organici come carburante.

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L’impianto, che in totale è costato 1,8 milioni di dollari, brucia il malto d’orzo essiccato per generare vapore utilizzato a sua volta per produrre energia. Questo sistema permette all’azienda di risparmiare circa 450.000$ all’anno, fornendo il 70% del totale dell’energia necessaria alla produzione. Il costo dell’investimento sarà così ripagato in 5 anni, senza contare i benefici per l’ambiente.

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Come dimostrato in questo frangente le energie rinnovabili, che vengono spesso confuse solo con il solare e l’eolico, sono in gran parte inutilizzate. Le aziende stesse potrebbero trarne vantaggi, diventando più efficienti e redditizie.

Via: mashable.com

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