Olio usato: tutte le regole del Conoe
CONOE è il Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento Oli e grassi vegetali e animali Esausti. Attraverso le loro linee guida, cerchiamo di capire meglio i perché e i per come dell’olio esausto.
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Tanto per cominciare:
- Perché non si può buttare l’olio nel lavandino di casa? Prima di tutto perché gli oli esausti hanno solitamente dei depositi, residui di fritture o panature, che possono intasare le reti fognarie. Conseguenza? Costi su costi per recuperare il danno fatto. Inoltre il costo della depurazione delle acque chiare aumenterebbe e non sarebbe una buona cosa, ne per chi deve smaltire ne ovviamente, per chi deve pagare. Non dimentichiamo poi l’inquinamento delle falde, forse la particolarità che ci sta più a cuore.
- Come possiamo smaltire l’olio? Al momento nella maggior parte dei comuni italiani, possiamo portare l’olio esausto presso i centri di raccolta delle isole ecologiche. Oppure, se conosciamo i proprietari di un ristorante, possiamo portarlo a loro, visto che quasi tutti i comuni prevedono lo smaltimento per ristoranti e pizzerie.
Ok, ammettiamo di smaltirlo nel modo corretto… ma poi? Come avviene il recupero? Il Consorzio si occupa dello smaltimento e del recupero e anche della sensibilizzazione. Una volta stoccato l’olio, si può recuperare in diversi modi. L’olio usato può diventare Biodiesel, grasso per macchinari, olio lubrificante o anche distaccante da usare in edilizia.
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Fino ad ora il CONOE ha raccolto oltre 43.000 tonnellate di olio usato e ne ha rigenerato quasi l’intera quantità. È una associazione senza scopro di lucro che se avesse il supporto dei comuni e delle regioni potrebbe certamente fare molto, ma molto di più.
Crediti Immagine: aziende.virgilio.it
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