Cosa fare quando un potenziale datore di lavoro vi chiede la password di Facebook?

Foto People-Watching

Ebbene si, sono capitati casi in cui, in un colloquio di lavoro, il responsabile delle risorse umane ha chisto la password di Facebook al candidato in esame, giustificando la richiesta con un presunto bisogno dell’azienda di indagare più a fondo su un eventuale futuro dipendente.

A prescindere dalle implicazioni etiche di questo comportamento, possono esserci diversi modi per rifiutare questa richiesta, a dir poco riprovevole, senza mettere in pericolo le chance di una eventuale assunzione.

[ad name=”Google Adsense 336×280″]

Personalmente avrei avuto una brusca reazione se mi fossi trovato di fronte ad una situazione del genere, non avrei accettato nessun tipo di compromesso, non perché abbia delle cose da nascondere, anzi le informazioni sul mio profilo professionale sono facilmente accessibili online (vi basta accedere alla pagina autori per sapere tutto, o quasi su di me), è proprio perché ci tengo a distinguere e a tenere separate la vita personale dalla vita professionale a tal punto che non accetterei neanche fra gli amici il mio responsabile o il mio capo (a meno che non ci sia un rapporto di amicizia che vada oltre il rapporto lavorativo).

Tornando alla fastidiosa situazione precedentemente illustrata, probabilmente avrei lasciato immediatamente il colloquio, ma non tutti sono uguali e qualcuno per un posto di lavoro sarebbe disposto anche ad altro, allora come potremmo rispondere cortesemente ad una richiesta del genere? In questo articolo su Mashable.com, Tony Morrison analizza la faccenda con un po’ di diplomazia. Io vi consiglierei, se proprio dovete, di non dare queste informazioni prima di essere stati assunti.

Come rifiutare in modo eloquente e rispettoso

Se qualcuno quindi vi chiede la password di Facebook in un colloquio di lavoro potete rispondere che siete molto attenti ai vostri dati personali e privati online e che vi sentireste a disagio se qualcun altro avesse accesso a queste informazioni.

Un’altra risposta un po’ più ferma potrebbe essere:

Non mi collegherei mai ad un social network sul luogo di lavoro e vorrei che l’organizzazione per cui lavoro rispetti i miei diritti sociali fuori dall’orario di lavoro“.

In alternativa potreste spostare l’attenzione dell’intervistatore su un altro social network come LinkedIn, facendo notare che è lì che avete tutte le informazioni professionali che potrebbero interessare all’azienda.

Una posizione ferma, che potrebbe però porre fine al colloquio, è quella di essere espliciti: “è questa un’informazione necessaria al fine di questo colloquio di lavoro?“.

Valutare la Situazione

Ricordatevi che un eventuale datore di lavoro non ha assolutamente il diritto di chiedervi queste informazioni, sentitevi quindi liberi di rifiutare ed abbandonare il colloquio in qualsiasi momento. Inoltre pensate sia facile lavorare in posto dove il vostro capo potrebbe sapere quello che fate in ogni momento?

La risposta sarà probabilmente “no” per la maggior parte delle persone, è estremamente stressante pensare che la propria vita personale è soggetta in ogni momento al giudizio del proprio datore di lavoro. Inoltre ci sono parecchi modi che permettono ad una società di controllare il lavoro dei propri dipendenti, in maniera corretta e relativa alla produttività dei dipendenti stessi (senza naturalmente violarne la privacy).

Prevenire è meglio che curare

Per evitare di incorrere in questa eventualità potete prendere dei provvedimenti preventivi. Potete per esempio disabilitare l’indicizzazione del vostro profilo sui motori di ricerca (come Google) oppure cambiare il vostro nome su facebook inserendo un soprannome conosciuto solo dai vostri amici.

[ad name=”Google Adsense 336×280″]

Non credo sia legale, per un datore di lavoro, o per un’agenzia di risorse umane, chiedere i dati di accesso ad un profilo privato online di un dipendente o di un candidato ad una selezione, non credo che lo facciano in molti, ma se il problema è stato portato alla luce probabilmente qualcuno lo ha fatto. In ogni caso spetta a voi decidere se assecondare o meno questa richiesta.

A qualcuno di voi è mai capitata una cosa del genere? Come avete reagito? A chi non è capitato, come reagirebbe trovandosi in questa situazione? Fateci sapere nei commenti.

[ad name=”GoViral Video 400×385″]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.